Parte il registro per i lobbisti
Nasce l’elenco dei rappresentanti di industrie e associazioni. C’è anche Emergency
Ci sono i rappresentanti di grandi società come Eni, Enel, Tim e Vodafone, quelli di gruppi specializzati in rapporti istituzionali, e singoli professionisti. Nasce il registro dei lobbisti alla Camera. In totale gli iscritti sono 125.
Le aree «off limits» Con le nuove regole ci saranno aree in cui le persone accreditate non potranno entrare
Ci sono tutte le controllate dello Stato quotate in Borsa. Big come Eni ed Enel. I gruppi della telefonia come Tim e Vodafone e le tv come la Rai e Sky. Non potevano mancare le industrie del tabacco, come Imperial Tobacco e Japan Tobacco. Ci sono le associazioni di categoria, come Confindustria, Confcooperative e i costruttori con l’Ance e Confedilizia. E ovviamente le società di consulenza che svolgono una pura attività di lobbying. Nel neonato registro ufficiale dei lobbisti — pardon, dei «rappresentanti di interessi», come si chiama il registro istituito presso la Camera dei deputati con un portale apposito — spunta anche l’associazione umanitaria Emergency. Complessivamente, a oggi sono 125 i rappresentanti di interessi approvati e quindi iscritti regolarmente al Registro, per la precisione 90 persone giuridiche e 35 persone fisiche. Poi, ci sono una trentina circa di richieste in corso di valutazione.
«Proprio stamattina (ieri ndr) ho ritirato il mio tesserino», dice Roberto Falcone, presidente dell’Associazione nazionale tributaristi Lapet. «Prima ho dovuto fare domande per via telematica, attraverso la mia identità digitale. Poi sono dovuto andare agli uffici della sicurezza alla Camera. Dopo l’identificazione e la foto, mi hanno creato e consegnato il badge».
Il Registro è attivo, ma rimane aperto: chi non si è ancora iscritto può sempre farlo. Ma per essere un «lobbista con la tessera» è necessario non aver subìto negli ultimi dieci anni condanne definitive per reati contro la pubblica amministrazione, come la concussione o l’abuso d’ufficio e non essere stato, nell’ultimo anno, parlamentare oppure al governo.
Chi non si fosse ancora iscritto può comunque accedere a Montecitorio, come spiega la vicepresidente della Camera Marina Sereni: «Non soltanto i rappresentanti di interessi, ma qualsiasi cittadino può entrare alla Camera, purché abbia un appuntamento con un deputato e ci sono aree in cui può transitare e aree che invece sono off limits. Il badge consente l’ingresso anche se non si ha un appuntamento con un parlamentare». Insomma, per entrare non si dovrà più andare a braccetto con un deputato, pratica che aveva dato origine al soprannome «sottobraccisti».
Una volta dentro, la vita diventa più facile. Già in passato era stato vietato l’accesso a zone quali lo spazio antistante le Commissioni e il Transatlantico. «Attualmente — spiega Sereni — chi ha il badge può stare nel corridoio dei presidenti al piano Aula. Ma in futuro è previsto che si apra una sala dedicata ai rappresentanti di interessi, anche se non è ancora stata attrezzata. Riteniamo che sarà pronta prima della discussione della prossima legge di bilancio».
Quello della Camera è il primo vero albo italiano dei lobbisti, dopo il «Registro trasparenza» del ministero dello Sviluppo economico. «Volevamo far emergere il tema del lobbismo, anche perché il ruolo delle lobby può essere positivo quando si tratta di soggetti che operano in modo trasparente quando interloquiscono con la politica. Vogliamo portare una maggiore consapevolezza non soltanto tra i portatori di interessi, ma anche nell’opinione pubblica».