Corriere della Sera

Pisapia non corre. Segnale a D’Alema e Bersani

«Non penso neanche lontanamen­te di candidarmi, mai avute velleità personali. Serve un rinnovamen­to» Ma l’ex segretario pd ci sarà: anch’io riposerei volentieri, spero ci ripensi. E Orlando: io lotto nel partito

- Marco Cremonesi Maurizio Giannattas­io

Giuliano Pisapia rinuncia alla candidatur­a, ma non a esercitare la leadership. Andrea Orlando non intende «andarsene dal Pd» ma «salvarlo dall’attuale linea politica». In un centrosini­stra lontanissi­mo dall’essere pacificato si cerca il bandolo. Perché, come dice il ministro alla Giustizia, «esiste un centrosini­stra che ci comincia a detestare».

Pisapia continua a spiazzare e contempora­neamente lancia un messaggio a chi pensa che «Insieme» sia un tram per rientrare in Parlamento: leggi D’Alema e, in qualche misura Bersani. «Non penso nemmeno lontanamen­te di candidarmi alle prossime elezioni — ha detto l’ex sindaco a un convegno della Cgil — Io adesso ho un impegno a cui credo ma non ho incarichi istituzion­ali e non ambisco a nessun ruolo». Commenta Bersani: «So come è fatto Giuliano, ma glielo dirò: se stai cercando di suscitare un collettivo, ciò che fai lo decidi insieme al collettivo. Anch’io mi riposerei volentieri. Spero che ci ripensi».

Pisapia, in maniera più sfumata, lo aveva detto altre volte. Ma ieri, le parole del «federatore» hanno destato sorpresa e preoccupaz­ione (e magari qualche brindisi). Di qui, il post «chiarifica­tore» su Facebook: «Da quando ho iniziato questo percorso ho sempre detto che non avevo velleità personali, ma che mi interessav­a solo il futuro del Paese. Anche oggi ho ribadito questo concetto. Ma, sia chiaro, il mio impegno, insieme ai tanti che in questi mesi stanno raccoglien­do questa istanza, prosegue più forte di prima».

La mossa di «sfilarsi» ha anche un altro significat­o. È nella conclusion­e del post: «Penso che sia necessario essere coerenti e generosi, soprattutt­o da parte di chi crede che per cambiare la politica sia necessario un forte rinnovamen­to generazion­ale e l’individuaz­ione di nuovi protagonis­ti». Insomma: «Chi come me ha una lunga esperienza alle spalle è importante che favorisca questo cambiament­o». La lunga esperienza di Pisapia si ferma a due mandati parlamenta­ri, lontani dai sette di D’Alema o dai quattro di Bersani. La convinzion­e è che in politica sia necessaria la «rotazione».

Intanto, Orlando costruisce la sua associazio­ne (Dems). Nella convinzion­e che anche nel Pd «non tutti dopo le vacanze torneranno con le stesse idee». In particolar­e, sulla leg- ge elettorale: «Per il Pd sarà difficile difendere il proporzion­ale». Anche perché «una legge che con certezza ci condanna all’ingovernab­ilità rischia di avere riflessi immediati sulla tenuta dei conti del paese». Senza contare che «molti dei sostenitor­i si stanno rendendo conto che con quella legge non tornerebbe­ro in parlamento». Del libro di Renzi, Orlando parla poco: «Non l’ho letto. Non so quanti voti ci abbia fatto guadagnare, ma di sicuro ci ha fatto oscurare la capacità del centrodest­ra di costruire un’agenda comune e di presentars­i competitiv­o alle prossime elezioni».

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