Pisapia non corre. Segnale a D’Alema e Bersani
«Non penso neanche lontanamente di candidarmi, mai avute velleità personali. Serve un rinnovamento» Ma l’ex segretario pd ci sarà: anch’io riposerei volentieri, spero ci ripensi. E Orlando: io lotto nel partito
Giuliano Pisapia rinuncia alla candidatura, ma non a esercitare la leadership. Andrea Orlando non intende «andarsene dal Pd» ma «salvarlo dall’attuale linea politica». In un centrosinistra lontanissimo dall’essere pacificato si cerca il bandolo. Perché, come dice il ministro alla Giustizia, «esiste un centrosinistra che ci comincia a detestare».
Pisapia continua a spiazzare e contemporaneamente lancia un messaggio a chi pensa che «Insieme» sia un tram per rientrare in Parlamento: leggi D’Alema e, in qualche misura Bersani. «Non penso nemmeno lontanamente di candidarmi alle prossime elezioni — ha detto l’ex sindaco a un convegno della Cgil — Io adesso ho un impegno a cui credo ma non ho incarichi istituzionali e non ambisco a nessun ruolo». Commenta Bersani: «So come è fatto Giuliano, ma glielo dirò: se stai cercando di suscitare un collettivo, ciò che fai lo decidi insieme al collettivo. Anch’io mi riposerei volentieri. Spero che ci ripensi».
Pisapia, in maniera più sfumata, lo aveva detto altre volte. Ma ieri, le parole del «federatore» hanno destato sorpresa e preoccupazione (e magari qualche brindisi). Di qui, il post «chiarificatore» su Facebook: «Da quando ho iniziato questo percorso ho sempre detto che non avevo velleità personali, ma che mi interessava solo il futuro del Paese. Anche oggi ho ribadito questo concetto. Ma, sia chiaro, il mio impegno, insieme ai tanti che in questi mesi stanno raccogliendo questa istanza, prosegue più forte di prima».
La mossa di «sfilarsi» ha anche un altro significato. È nella conclusione del post: «Penso che sia necessario essere coerenti e generosi, soprattutto da parte di chi crede che per cambiare la politica sia necessario un forte rinnovamento generazionale e l’individuazione di nuovi protagonisti». Insomma: «Chi come me ha una lunga esperienza alle spalle è importante che favorisca questo cambiamento». La lunga esperienza di Pisapia si ferma a due mandati parlamentari, lontani dai sette di D’Alema o dai quattro di Bersani. La convinzione è che in politica sia necessaria la «rotazione».
Intanto, Orlando costruisce la sua associazione (Dems). Nella convinzione che anche nel Pd «non tutti dopo le vacanze torneranno con le stesse idee». In particolare, sulla leg- ge elettorale: «Per il Pd sarà difficile difendere il proporzionale». Anche perché «una legge che con certezza ci condanna all’ingovernabilità rischia di avere riflessi immediati sulla tenuta dei conti del paese». Senza contare che «molti dei sostenitori si stanno rendendo conto che con quella legge non tornerebbero in parlamento». Del libro di Renzi, Orlando parla poco: «Non l’ho letto. Non so quanti voti ci abbia fatto guadagnare, ma di sicuro ci ha fatto oscurare la capacità del centrodestra di costruire un’agenda comune e di presentarsi competitivo alle prossime elezioni».