Corriere della Sera

Maria, uccisa in strada: fermato il compagno

Caserta, tre colpi di pistola al petto. La donna l’anno scorso era stata ferita dal marito

- Fulvio Bufi

L’esistenza di Maria Tino è stata segnata dalla violenza degli uomini che ha incontrato. L’ultimo, suo compagno da circa un anno, è arrivato al punto di non ritorno: l’ha ammazzata. Anche il marito ci aveva provato. Lei era riuscita a salvarsi e dopo averlo lasciato aveva creduto di trovare nel nuovo compagno la pace che le era sempre mancata. Si sbagliava, e ieri ha avuto soltanto un paio di secondi per rendersene conto al di là di qualsiasi dubbio. Poi quello ha premuto il grilletto.

Maria aveva 49 anni, due figli grandi, faceva la sarta e viveva a Dragoni, un piccolo paese della provincia di Caserta. Il suo compagno, e suo assassino, si chiama Massimo Bianchi, un 61enne che quando Maria stava ancora con il marito, l’aveva illusa che per lei ci potesse essere l’occasione di una vita migliore. Soprattutt­o senza i maltrattam­enti che dall’altro uomo subiva quotidiana­mente. Lei si innamorò e disse al marito che voleva lasciarlo. Forse glielo aveva detto anche in passato, ma quella volta era chiaro che non sarebbe tornata indietro. Pensava di aver trovato la forza di liberarsi e non immaginava la reazione del padre dei suoi figli. Che l’aggredì, non a schiaffi, però. Usò un coltello e la colpì, ma non riuscì ad ammazzarla, come avrebbe voluto. Che la sua intenzione fosse quella di uccidere fu chiaro al giudice, che lo incriminò per tentato omicidio. Sta ancora in carcere.

Il peggio, però, per Maria Tino doveva ancora arrivare. Massimo Bianchi, dipendente Insieme Maria Tino, 49 anni, con il suo compagno Massimo Bianchi, 61 anni, che ieri l’ha uccisa di una comunità montana, in pochi mesi si è rivelato diverso da quello che lei aveva immaginato. Tanto diverso da farle passare la voglia di andare avanti nel rapporto. Ma pure lui, evidenteme­nte, appartiene a quella categoria di uomini che non ama la donna con cui sta. E che invece di accettare l’idea di perderla preferisce vederla morta.

Ieri pomeriggio, poco prima delle 17, Maria era seduta su una panchina in piazza Municipio, non lontano da una chiesa e dalla sua abitazione. Massimo è arrivato da lei in auto, probabilme­nte avevano un appuntamen­to, e con la pistola in tasca. Quando l’ha raggiunta invece di parlarle le ha puntato l’arma. Un attimo di esitazione — il tempo che lei capisse — e poi tre colpi uno dietro l’altro. Quindi è rimasto lì, immobile davanti al corpo della donna, e non ha fatto avvicinare nessuno finché non sono arrivati i carabinier­i. Che lo hanno arrestato.

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