La marchesa che fa rivivere la sala di Vasari a Palazzo Vecchio
Firenze, il restauro finanziato dalla Fondazione Sacchetti. «Salvare l’arte è un dovere»
«Penso che la nostra Fondazione possa contribuire a quella forma di mecenatismo contemporaneo che da anni nel mondo anglosassone rappresenta uno dei principali canali di finanziamento delle attività culturali e ora sta, per fortuna, prendendo piede anche in Italia». La marchesa Giovanna Zanuso Sacchetti ha istituito dal 2013 la Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti Onlus.
La scelta è il frutto di una storia matrimoniale. Giovanna Zanuso, dopo un primo matrimonio senza figli, sposò il 31 ottobre 1985 il marchese Giulio Sacchetti, erede di uno dei più antichi casati del patriziato romano, vedovo e padre di cinque figli, per trent’anni titolare della più alta carica amministrativa dello Stato della Città del Vaticano, di fatto il governatore, scomparso nel marzo 2010: «Fu lui a firmare i complessi accordi con gli sponsor giapponesi per il restauro della Cappella Sistina ed io, da osservatrice privilegiata, sviluppai l’interesse e l’amore per l’arte, salii con lui sulle impalcature. E fu sempre Giulio a sostenere fortemente l’inserimento della Sfera di Arnaldo Pomodoro nel monumentale Cortile della Pigna in Vaticano nel 1990. È stato un matrimonio in cui abbiamo condiviso interessi e passioni comuni, è stata una bellissima unione. Purtroppo negli ultimi anni c’è stata la dura malattia di mio marito, l’ho sorretto con tutta la dedizione di cui sono stata capace». Nel 2005- 2008 fu lei a seguire gli interventi di ripristino, curati dall’Istituto centrale del restauro, del Ninfeo del cinquecentesco Palazzo Sacchetti in via Giulia, a Roma.
Scomparso Giulio Sacchetti, Giovanna Zanuso Sacchetti (nata a Roma nel 1945 ma cresciuta in Brasile dove seguì il padre imprenditore, «per questo parlo un italiano incompleto e lo scrivo malissimo») nel 2015 decise di vendere a Robert de Balkany il piano nobile di Palazzo Sacchetti con gli affreschi di Pietro da Cortona: «La manutenzione di un simile tesoro era troppo complessa e impegnativa. Ho preso questa decisione senza rimpianti né nostalgie». Ora i suoi interessi sono concentrati sulla Fondazione: «Abbiamo l’obbligo civile e morale di valorizzare e mantenere ciò che abbiamo ereditato dal passato. Le nostre attività sono diversificate e riguardano l’arte ma anche la scuola, con le borse di studio per il liceo romano “Ennio Quirino Visconti” e la ricerca scientifica, con l’Istituto farmacologico “Mario Negri” al quale la Fondazione ha donato un laboratorio per la ricerca nell’ambito delle malattie neurologiche».
Il patrimonio culturale occupa il capitolo più vasto della Fondazione. Nel 2003 Giovanna Sacchetti si impegnò nel restauro dell’antico orto monastico di Santa Croce in Gerusalemme dotato, nel 2007, di un cancello d’accesso firmato da Jannis Kounellis: «Nel settembre 2016 la Fondazione, e ne siamo orgogliosi, ha donato il ritratto del cardinale Giulio Sacchetti di Pietro da Cortona alla Galleria Borghese, rendendo possibile il ricongiungimento con il ritratto del fratello Marcello».
Ora la Fondazione è impegnata, con 500 mila euro di finanziamento, nel grande restauro a Palazzo Vecchio di Fi- renze, cominciato il 9 febbraio scorso, degli affreschi e del soffitto della maestosa Sala degli Elementi, decorata da Giorgio Vasari e dalla sua bottega: il responsabile del procedimento è l’architetto Giorgio Caselli, il direttore dei lavori è l’architetto Paolo Ferrara, il capo restauratore è Guido Botticelli.
Sul sito www.saladeglielementi.it c’è l’intera descrizione ed è attivo un countdown. Commenta Giovanna Zanuso Sacchetti: «È un esperimento pilota di straordinario interesse, il cantiere resta aperto ai visitatori che possono ammirare sia le opere che il lavoro scientifico dell’equipe formata da molti giovani. Penso sia la prova che un mecenatismo contemporaneo sia possibile anche in Italia».