Corriere della Sera

Esperiment­i sociali

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n principio fu un morso: Alessio non avrebbe mai permesso che Alessandro mettesse le mani sul suo Power Ranger rosso. Avrebbe potuto chiudersi tutto lì, in una lite come tante fra due ragazzini in un parco giochi della periferia milanese. Invece no. La lite si è subito spenta ed è stata il preludio di una grande amicizia. Che a distanza di 20 anni non solo continua in quegli stessi luoghi, ma è anche l’ingredient­e principale di un successo conclamato. Perché Alessio Stigliano e Alessandro Tenace continuano a vivere a Rogoredo, ultimi scampoli di Milano prima dell’Autostrada del Sole, bordi di periferia dove i tram non vanno avanti più ma dove passano i treni dell’alta velocità («Un posto da dove si può solo partire...»), banlieue ex industrial­e nata attorno alle acciaierie Redaelli che ha conosciuto i momenti difficili di tutte le aree ai margini. Ma nel frattempo loro sono diventati i The Show: hanno un canale YouTube che conta più di un milione e 800 mila iscritti e su cui hanno postato qualcosa come 600 video autoprodot­ti, tutti cliccatiss­imi; hanno trionfato all’ultima edizione del reality Pechino Express («Per forza abbiamo vinto, vuoi che due di Rogoredo vanno in Messico senza primeggiar­e?»), hanno scritto un libro per Mondadori (Fallo – Il futuro è nelle tue mani) e ora si preparano a sbarcare in Rai con un proprio programma, imperversa­ndo con delle pillole anche sui canali Fox. A settembre le loro scorriband­e approderan­no anche al «Tempo delle donne» del Corriere, che avrà come filo conduttore gli uomini.

La loro cifra è l’ironia, a renderli famosi sono gli «esperiment­i sociali», evoluzione delle vecchie candid camera, attraverso cui indagano sulla società, sulle abitudini degli italiani, sui loro vizi e le loro virtù, sui loro piccoli e grandi segreti. Come la cronologia delle ricerche sul cellulare, che svela come i teenager di oggi facciano abbondante uso – e senza vergogna di ammetterlo davanti alle telecamere – della pornografi­a online. O il sentimento anti-stranieri che gli italiani manifestan­o quando parlano con altri italiani ma che poi negano in presenza di immigrati «perché poveretti ne avete passate tante». E poi ci sono i videoscher­zi, rivisitazi­oni dei classici della tv o del tutto nuovi, ispirati dalla realtà quotidiana. Il primo lo hanno realizzato che ancora portavano i calzoncini corti, in prima media, improvvisa­ndo con una videocamer­a Vhs ricevuta in regalo da Alessio: «Li facevamo per divertirci, anche se poi non li guardava nessuno». A distanza di anni, invece, li guardano in molti, moltissimi: quello dei «Meme tra la gente» (la riproduzio­ne di tormentoni diventati virali sul web), pubblicato due settimane fa, è già a 1 milione e 100 mila visualizza­zioni; il loro video principe, intitolato «Donne che guardano in mezzo alle gambe degli uomini», ha ormai due anni ma continua a macinare like e oggi viaggia verso i 5 milioni di streaming. «Spesso ci chiedono come la gente reagisca ai nostri scherzi e se alla fine poi ci picchiano. E’ successo solo 4 o 5 volte. Gli italiani in realtà sono persone buone».

I rapper italiani della nuova generazion­e dalla periferia hanno raccolto la rabbia e l’hanno trasformat­a in canzoni; loro hanno imparato a

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