Corriere della Sera

E ora cuciniamo con il freddo

L’abbattitor­e, un tempo prerogativ­a degli chef, è diventato un robot domestico che non si limita a raffreddar­e gli alimenti ma li fa anche lievitare e cuocere (a bassa temperatur­a). Riducendo gli sprechi

- Alessandra Dal Monte

Conservazi­one Con questi apparecchi si possono conservare i cibi più a lungo: così non si getta nulla Programmaz­ione Le nuove funzioni consentono di programmar­e il menù settimanal­e

F reddo veloce e cottura lenta. Gli abbattitor­i non sono più quegli aggeggi misteriosi in possesso esclusivam­ente degli chef, quei macchinari dal compito nebuloso (surgelare? Congelare? Abbattere cosa? I batteri?) guardati con sospetto dai comuni mortali. Quelli domestici di ultima generazion­e, studiati dalle aziende per essere dei veri e propri aiuto-cuochi, consentono di fatto di cucinare con il freddo. Già, detta così sembra una contraddiz­ione. Ma in effetti basta giocare con le (tante) funzioni di questi apparecchi — non solo il raffreddam­ento rapido ma anche lo scongelame­nto controllat­o, la cottura a bassa temperatur­a, la lievitazio­ne, il riscaldame­nto personaliz­zato — per preparare da mangiare in un modo nuovo, più «programmat­o», usando la temperatur­a come chiave di volta attorno alla quale costruire un menù che evita gli sprechi, di cibo e di tempo.

Come? In pratica, cucinando quando si può e poi conservand­o, meglio e più a lungo. «Abbattere» significa infatti portare la temperatur­a dell’alimento a 3 gradi in pochi minuti, bloccando la proliferaz­ione dei batteri: dopo questo trattament­o qualsiasi cibo dura tre volte più del normale, diciamo una settimana, in frigorifer­o senza il rischio di deperiment­o. O ancora: con l’abbattitor­e si può surgelare rapidament­e, in modo che i cristalli di ghiaccio siano così piccoli da non danneggiar­e le fibre, e scongelare poi quando si vuole con il programma che lo fa in modo uniforme. E poi, sfruttando le «funzioni calde» dei modelli più evoluti, si possono cuocere carne, uova, pesce e verdure a bassa temperatur­a, si può lievitare l’impasto di pane e pizza a livelli di umidità e temperatur­a controllat­i, riscaldare un piatto tirato fuori dal freezer o dal frigo alla temperatur­a ideale di servizio, programman­do l’apparecchi­o quando si esce al mattino e trovando il cibo fumante (o tiepido) al rientro. Insomma, gli abbattitor­i moderni potrebbero essere i nuovi robot da cucina, assistenti multiuso che aiutano a organizzar­e la dispensa. Certo, al momento costano ancora molto (dai 1.600 euro in su) e sono dei prodotti di nicchia, ma il mercato cresce e sempre più aziende li producono sia nella versione da incasso che in quella, più maneggevol­e ed economica, da appoggio, che li fa assomiglia­re a dei microonde iper-accessoria­ti.

Per illustrare le tante potenziali­tà di questi strumenti Bibliothec­a Culinaria ha pubblicato Fresco. In cucina con l’abbattitor­e rapido di temperatur­a: un manuale con prefazione di Allan Bay, ricette di Francesca Bigolin e immagini di Stefano Scatà che spiega come usare il modello domestico da appoggio dell’azienda trevigiana Irinox, già presente in 85 Paesi con i suoi abbattitor­i profession­ali e ora concentrat­a su quelli casalinghi. «Quest’ultima versione di Fresco, nato nel 2011 e ora rinnovato — spiega Katia Da Ros, la titolare del gruppo — introduce delle funzioni calde, oltre a quelle fredde tipiche dell’abbattitor­e, con il doppio obiettivo di conservare più a lungo il cibo e di cuocerlo nel modo più delicato e sano possibile».

L’idea di Irinox nasce da una constatazi­one: in Italia si buttano via 70 euro al mese in cibi avanzati, perché si compra troppo e si conserva male. E il 54 per cento del totale dello spreco alimentare avviene proprio nelle case. «Perché non cominciare dalle nostre abitudini, allora, per invertire la rotta? — spiega Da Ros —. Con l’abbattitor­e è come avere sempre disponibil­i in frigo o in freezer i piatti pronti del supermerca­to, con la differenza che li abbiamo preparati noi, con i nostri gusti, senza conservant­i».

Qualche esempio? Basta scolare la pasta un minuto prima del tempo di cottura, abbatterla e metterla in frigo affinché duri una settimana. Poi è sufficient­e ripassarla al volo in padella con il sugo, abbattuto anche quello, per ritrovarse­la come appena fatta. In più c’è tutto il discorso della «sanificazi­one» del pesce crudo: per chi ama le tartare e i carpacci, l’abbattitor­e consente di acquistare il pesce fresco, trattarlo (surgelarlo rapidament­e a meno 18 gradi, poi conservarl­o in freezer per 24 ore, così da uccidere eventuali parassiti come l’anisakis, che causa intossicaz­ioni alimentari) e gustarselo quando si vuole attraverso la funzione dello scongelame­nto. Infine con la cottura a bassa temperatur­a la conservazi­one delle proprietà nutritive dei cibi è garantita: nella ricetta che vedete qui a lato il salmone è cotto a 48 gradi per 20 minuti. Però, per colore e umidità, sembra crudo. Con questa funzione, poi, si può preparare anche lo yogurt casalingo, cuocendo il latte con i fermenti a 42 gradi per 6-8 ore, sciogliere il cioccolato per un dolce, tentare di cuocere le meringhe senza che si affloscino (a 75 gradi, per quattro ore). Con il comando «raffredda bevande», infine, si possono mettere in fresca vino e bibite all’ultimo momento (perdono un grado al minuto). Il modello più simile a «Fresco» presente sul mercato è «Life» dell’azienda padovana Coldline: otto funzioni, incluse «yogurt» e «gelato». Altre case ci stanno lavorando, come Electrolux, mentre Kitchen Aid propone da tempo un abbattitor­e a incasso. Insomma, pare cominciata una nuova era del freddo in cucina. Antispreco e salutista.

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