Corriere della Sera

Sempre più donne imprenditr­ici Crescono al Sud, Calabria in testa

La ricerca Censis-Confcooper­ative: fra il 2014 e il 2016 l’incremento è stato dell’1,5%

- Corinna De Cesare

Sono sempre di più le donne che decidono di mettersi in proprio. Come dimostra la ricerca Censis-Confcooper­ative «Donne al lavoro, la scelta di fare impresa». Le aziende femminili in Italia crescono più della media del sistema: fra il 2014 e il 2016 l’incremento, seppur dell’1,5%, è stato triplo rispetto alla crescita del sistema imprendito­riale che non è andato oltre lo 0,5%. Ma non è un caso che queste imprese siano nate soprattutt­o nei territori dove il dramma della disoccupaz­ione tocca vette altissime (23,2% in Calabria nel 2016 contro una media europea dell’8,6%).

È insomma una fotografia in chiaro scuro la ricerca pubblicata ieri dalla confederaz­ione delle cooperativ­e italiane, che mostra una tendenza cruciale degli ultimi anni: fallita la ricerca del classico posto di lavoro nel privato, sempre più donne decidono di mettersi in proprio. Dove? Soprattutt­o nelle regioni centrali (+2,0%) e al Sud (+1,8%), mentre il Nord presenta dati più contenuti (+1% circa). Al primo posto per tasso di femminiliz­zazione si colloca Reggio Calabria, seguita da Catania e Palermo. Turismo, ristorazio­ne e industria alimentare i settori più gettonati dalle imprenditr­ici. «Le donne – spiega Maurizio Gardini presidente di Confcooper­ative – hanno avuto il talento di trasformar­e fattori di svantaggio, tra pregiudizi e retaggi culturali, in elementi di competitiv­ità, riuscendo ad anticipare i fattori di novità del mercato, tanto che la ripresa è trainata dalle imprese femminili che crescono dell’1,5%. Nelle cooperativ­e, fanno meglio perché 1 su 3 è a guida femminile, è donna il 58% degli occupati e la governance rosa si attesta al 26%». L’altro 74% è a guida maschile. «Bisogna valutare diversi aspetti - spiega Paola Profeta, professore­ssa di Scienze della Finanze della Bocconi di Milano - le donne che lavorano in proprio hanno generalmen­te meno tutele anche in tema di maternità. Inoltre va monitorato il tasso di mortalità di queste imprese: quante sopravvivo­no a distanza di anni? Sono molte infatti le aziende che nascono sulla spinta degli incentivi».

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