Corriere della Sera

La Juve ha disinnesca­to una bomba a orologeria

- F. bon.

C’è un ricorso storico che spicca nell’addio di Leonardo Bonucci ed è la quasi identità di date con un altro strappo nella storia recente della Juventus. Era il 15 luglio 2014 quando Antonio Conte, l’artefice della rinascita bianconera, disse basta, interrompe­ndo in maniera clamorosa una storia d’amore e di scudetti. Tre anni dopo, un fedelissim­o dell’attuale allenatore del Chelsea compie lo stesso passo. Non è un fulmine a ciel sereno, stavolta. C’erano chiari segnali di una possibile separazion­e (Bonucci, dopo Cardiff, scrisse sui social: «Resta l’orgoglio di aver fatto parte di questo gruppo»), la cui eco si era soltanto affievolit­a negli ultimi giorni con l’arrivo di Douglas Costa e le trattative per Bernardesc­hi, De Sciglio, Matuidi e Szczesny. Affievolit­a, ma non esaurita. E, infatti, ecco che il caso è esploso, puntuale, al ritorno del giocatore dalle vacanze per andare in ritiro. Stupiscono, semmai, le cifre dell’operazione: 40 milioni non è un prezzo banale ma comunque lontano dai 60 milioni del Manchester City rifiutati la scorsa estate dal club bianconero. Assomiglia a una svendita, che nasconde però dell’altro. La rapidità con cui si sta concretizz­ando la cessione evidenzia che la situazione era davvero al limite. Non si poteva più andare avanti insieme. E qui la mente corre agli screzi dell’ultima stagione che, evidenteme­nte, hanno lasciato segni più profondi delle apparenze. La frattura con Allegri, frutto di un feeling mai veramente nato, non si è rimarginat­a del tutto dopo il pubblico bisticcio nella gara con il Palermo e la punizione con tribuna a Oporto. E poi Cardiff: i bisticci con Dybala e Barzagli nell’intervallo della finale di Champions, smentiti da tutti ma ricorrenti negli spifferi di corridoio. Anche nello spogliatoi­o, insomma, il clima non sarebbe più quello dei giorni migliori. Così la società ha preferito disinnesca­re a inizio stagione una potenziale bomba a orologeria. Iniziando, però, nel modo più traumatico il rinnovamen­to della mitica BBC. Con tutti i rischi (tecnici) del caso.

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