Corriere della Sera

Serie A in tour all’estero: caccia a 300 milioni

Prima tappa a Londra per vendere i diritti tv, resta lo stallo sul mercato nazionale: l’obiettivo sono 1,1 miliardi

- Daniele Sparisci

DAL NOSTRO INVIATO

Wanda Nara ride con Icardi, Davide Nicola pedala per festeggiar­e la salvezza del Crotone. Francesco Totti saluta per l’ultima volta il pubblico dell’Olimpico. «Il Capitano non c’è più, ma la sua leggenda vivrà» recita una voce fuori campo. E poi cartoline dal derby di Milano e dalla Juve dei record. In una saletta dell’Hotel Cafè Royal la serie A va in vetrina, scorrono immagini. Davanti c’è un pubblico poco sentimenta­le e interessat­o solo ai numeri. Gente delle tv internazio­nali che deve decidere quanto puntare sull’ex campionato più bello del mondo.

Così ieri alla prima tappa del road show, si replica mercoledì a New York (atteso anche il

Ottantanov­e azzurri di varie generazion­i, dalla 14enne tuffatrice Chiara Pellacani al 35enne Filippo Magnini, e il punto di riferiment­o delle 14 medaglie (3 ori, 3 argenti e 8 bronzi) del 2015 a Kazan: scatta così oggi a Budapest per l’Italia il Mondiale di nuoto, pallanuoto, nuoto sincronizz­ato, nuoto in acque libere, tuffi e tuffi dalle grandi altezze che si concluderà domenica 30. L’esordio tocca a tuffi e sincronizz­ato, con i preliminar­i da 1 mt maschili (Rinaldi e Tocci) e presidente della Roma James Pallotta) e tre giorni dopo ultima «manche» a Shanghai con Milan e Inter. Se la Premier League è un miraggio — 1,35 miliardi l’anno solo dai diritti tv ceduti all’estero — e la Liga con Cristiano Ronaldo e Messi fattura oltre 600 milioni —, l’Italia deve rincorrere. Per recuperare gli anni perduti, quando si è fatto quasi nulla per promuovere il prodotto. Questo è il primo tour commercial­e, mentre inglesi, spagnoli e ora anche tedeschi hanno uffici di marketing in tutto il mondo.

Crescere per noi italiani vuol dire passare dai 186 milioni del precedente triennio ai 300 del 2018-2021. La competizio­ne parte a settembre e il meccanismo è simile a quello della Uefa: femminili (Bertocchi e Pellacani) e con quelli di solo tecnico (Cerruti) e duo tecnico (Cerruti e Ferro). Ripetere il bottino di Kazan sarà dura perché l’anno post olimpico è sempre di complicata decifrazio­ne e perché nel frattempo si è ritirata Tania Cagnotto, che nel 2015 prese un oro e due bronzi (uno con Verzotto). Le speranze forti risiedono così in Giorgio Minisini nel sincro di coppia con Manila Flamini (tecnico) e Mariangela Perrupato (libero), bronzi a Kazan, nella garanzia di Settebello e gli operatori fanno le loro offerte, poi la Lega Calcio con l’advisor Infront porteranno avanti le trattative chiedendo ai concorrent­i di adeguarle. L’auspicio è che il nuovo sistema di vendita per aree geografich­e dia i suoi frutti: il peso dell’Europa è stimato intorno al 30%, ma c’è grande attesa per la Cina. Con le due milanesi in mano a imprendito­ri della Repubblica Popolare ci si aspetta un bel balzo, circa il 15% delle entrate. Il grosso della torta però Dopo l’acquisizio­ne delle due milanesi, dalla Cina ci si aspetta il 15% delle entrate arriva sempre dal territorio nazionale: dopo la prima asta andata a vuoto il replay è atteso per ottobre. Qui la posta in gioco è molto più alta, l’obiettivo è un miliardo e cento milioni inclusa la Coppa Italia. Troppi? «No, è il valore giusto, non si può sottopagar­e il calcio» risponde Luigi De Siervo a.d. di Infront. Molto dipenderà dallo scenario di mercato, dalla volontà di Vivendi di entrare in campo spingendo Telecom a investire. I francesi potrebbero provare anche a ricucire con Mediaset per formare un polo concorrent­e a Sky. La pay tv di Murdoch ha già preso i diritti della nuova Champions e non è intenziona­ta a svenarsi per la serie A. Esiste sempre un piano B, il famoso canale della Lega Calcio. Ipotesi «residuale» ma da non trascurare, i colloqui con gruppi multinazio­nali in grado di produrre i contenuti sono in corso. «Abbiamo almeno tre interlocut­ori» aggiunge De Siervo.

Intanto a casa volano gli stracci, gli inquilini della serie A si confermano litigiosis­simi: nove club «capitanati» dal presidente della Lazio Claudio Lotito (fra i quali Milan e Torino) hanno fatto saltare l’assemblea di Lega prevista per oggi nella quale si doveva discutere del nuovo statuto. Nonostante il commissari­amento lo stallo prosegue da mesi, Carlo Tavecchio spazientit­o ha dato il dossier in mano agli avvocati per cercare di superare l’empasse.

Il balzo

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