Corriere della Sera

Manuela, inferno dopo la lite Le botte, il coma, il suicidio

- Alberto Pinna

Una serata a beccarsi, Manuela e Riccardo. Davanti agli amici nella movida nei bar fra via Roma e il quartiere Marina. Rimproveri: «Perché guardi ogni ragazza che passa?». Repliche risentite. Ma gli amici non ci hanno fatto caso, normali baruffe. Poi Manuela si è infastidit­a: «Andiamo via. Ti accompagno a casa e torno». Forse per cercare di chiarire, sono andati al posteggio davanti allo stadio di Sant’Elia. Quel che è accaduto dopo non ha testimoni. Qualcuno ha sentito gridare, un litigio sempre più aspro, Riccardo ha colpito Manuela, pugni e calci, l’ha tramortita. Quando l’ha vista sanguinant­e e esanime ha creduto di averla uccisa, è corso verso il vicino cavalcavia, disperato, e si è lanciato nel vuoto. È morto. Lei, ferite gravi alla testa, è in coma farmacolog­ico, non si sa se sopravvive­rà.

Eppure Riccardo Madau, 25 anni, e Manuela Picci, di un anno più grande, erano «una coppia normale». Così dicono ad Assemini, grosso centro vicino a Cagliari. Insieme da 4 anni, da 2 convivono nella casa dei genitori di Manuela. Lui fa il barista, lei la cameriera in un ristorante. Come ogni sera dopo il lavoro sono andati per locali fino a tardi per smaltire il caldo con gli amici. Che insistono: «Punzecchia­ture, schermagli­e. Era accaduto altre volte, senza strascichi».

Giovedì notte, altra storia. La discussion­e in auto, nel parcheggio fra il vecchio stadio Sant’Elia e il nuovo in costruzion­e, si è fatta accesa e dalle parole Riccardo è passato alle botte. Il custode dello stadio ha riferito di aver sentito gridare; probabile che Manuela abbia cercato di uscire dall’auto e di fuggire. Madau in pochi metri le è stato addosso, l’ha afferrata per le braccia (lei aveva vistose ecchimosi) e ha continuato a picchiare. Aveva al dito un grosso anello, i pugni hanno scavato sul viso ferite profonde. Manuela si è accasciata, lui ha continuato a colpirla. Si è fermato solo quando la fidanzata non si è più mossa. Ha pensato di averla uccisa e si è tolto la vita. C’è un’inchiesta per «suicidio a seguito di tentato omicidio». Ma solo Manuela, ora in rianimazio­ne, se uscirà dal coma può raccontare la verità.

L’epilogo Il fidanzato si è fermato solo quando lei non si è più mossa Credendo di averla uccisa, si è buttato da un cavalcavia

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