CABINA DI REGIA
È l’organismo di coordinamento tra le diverse anime del progetto di centrosinistra «Insieme». Si dovrebbe riunire per la prima volta a Roma tra martedì e mercoledì prossimo. Il suo compito sarà guidare il movimento nei prossimi passaggi di formazione. Della cabina di regia, questo pare essere l’orientamento, non dovrebbero far parte né Pierluigi Bersani né Massimo D’Alema. la «prova regina» che il solco tra l’ex sindaco di Milano e Renzi è ormai incolmabile. E cioè «il ritorno all’articolo 18» dello Statuto dei lavoratori, che verrà usato come risposta uguale e contraria al Jobs act. A seguire, una proposta per l’immigrazione, anch’essa distante dall’adagio «aiutiamoli a casa loro» che il leader del Pd ha ribadito nel suo libro «Avanti».
Non c’è soltanto la definizione «nero su bianco» delle ragioni programmatiche che spingeranno Pisapia a rimanere alla guida di un soggetto politico di sinistra lontano anni luce da Renzi. C’è un’altra riflessione che, a denti stretti, i bersaniani fanno propria. «Renzi è ormai il nostro alleato più stretto», confessa uno di loro. «Se lui rimane in sella, la nostra strada insieme a Giuliano continuerà ad essere in discesa», aggiunge. Un modo come un altro per evocare l’operazione che in tanti, nel gruppo degli ex Pd, attribuiscono a ragione o a torto a Romano Prodi. Solo il Professore sarebbe in grado di scompaginare il quadro politico rimettendo tutti sotto lo stesso tetto, Pisapia compreso. Anche per tentare di scongiurare questo scenario, in un’intervista al Fatto quotidiano di ieri, D’Alema ha messo un punto a tutte le voci che lo davano per insofferente in una «cosa» guidata dall’ex sindaco di Milano. Dicendolo senza troppi giri di parole: «Giuliano è il mio leader».