Corriere della Sera

Civitavecc­hia contro l’hotspot: pronti a occupare il porto

Ieri sopralluog­o della prefettura. Il primo cittadini grillino: «Non siamo in grado, Beppe è con me»

- Fabrizio Caccia

DAL NOSTRO INVIATO

«Ho appena parlato con Beppe, mi darà il suo appoggio», dice Antonio Cozzolino, sindaco «grillino» di Civitavecc­hia, che ieri ha chiamato Beppe Grillo dopo il sopralluog­o al porto con Prefettura, Questura e Protezione civile. Perché il porto di Civitavecc­hia figura ormai nell’elenco ufficioso dei porti italiani scelti dal Viminale per «alleggerir­e la pressione» su quelli siciliani. E non basta affatto a tranquilli­zzare il sindaco la nota diramata a tarda sera dalla Prefettura: «Allo stato, non sono previsti sbarchi di migranti nel porto di Civitavecc­hia». Già, allo stato. Perché «le misure Soccorsi Una donna incinta viene fatta sbarcare dalla nave Vos Prudence di Medici senza frontiere a Salerno nella mattina di ieri. Sulla nave c’erano 935 migranti organizzat­ive in corso — continua la nota — hanno lo scopo di approntare un sistema di accoglienz­a efficace, nell’eventualit­à che tale circostanz­a si verifichi». Appunto. A Civitavecc­hia, perciò, Cozzolino resta preoccupat­o («Non siamo in grado di diventare un hotspot») e fremono pure le opposizion­i. Massimilia­no Grasso, capogruppo della lista di centrodest­ra «La Svolta», dice che è già partito il tam tam sui social «per andare a occupare la banchina 28», il luogo individuat­o dalla Prefettura per «approntare l’accoglienz­a». «Sai che bel biglietto da visita — commenta Grasso — offrire ai 2 milioni e mezzo di crocierist­i, che fanno di noi il primo polo d’Europa, la vista di una tendopoli sul molo...».

Anche tra i camalli ora c’è chi ipotizza blocchi sull’Aurelia, come ai tempi della grande protesta cittadina, 10 anni fa, contro i fumi della centrale Enel di Torrevalda­liga Nord. Dalla banchina 28, oggi, partono e arrivano i traghetti della Grimaldi per Tunisi ma anche le navi cargo che portano negli Usa (Halifax, Baltimora) le migliaia Il centrodest­ra protesta: una tendopoli sul molo brutto biglietto da visita per chi prende i traghetti di jeep Fca uscite da Melfi e Cassino: «Almeno 300 lavoratori del porto sono legati al business auto — spiega l’assessore alle attività produttive, Vincenzo D’Antò —. E in totale l’indotto riguarda 4 mila persone». Cosa succederà, allora, se arrivano i migranti? «Se gli armatori dovessero decidere di mollare?» insiste il sindaco. «I problemi sono tanti: l’estate scorsa, dopo la raffica di attentati nel mondo, il livello di guardia del porto fu alzato al massimo. Accadrà la stessa cosa, con l’arrivo delle navi Ong? Eppoi l’emergenza idrica: al porto, oggi, io posso garantire 8 litri e mezzo al secondo, non una goccia di più. Chi gliela trova, l’acqua, ai migranti?».

Il Comune, inoltre, ha già aderito al progetto Sprar (per 290 profughi) «ma l’accoglienz­a programmat­a è un conto — obietta Cozzolino — l’emergenza invece, come in passato, crea solo danni». Qui, nel 2011, la caserma dismessa “De Carolis” fu trasformat­a in un Cara per 900 persone: «Un ghetto — racconta Grasso, dell’opposizion­e —. I migranti la devastaron­o. Eppure 2 anni fa, Franco Gabrielli, in veste di prefetto di Roma, tornò alla carica con l’idea di fare della “De Carolis” un hub regionale per i migranti. La città, compatta, riuscì a fermarlo. Speriamo di farcela pure questa volta».

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