«In un mese 22 mila interventi» Si cercano i piromani
Incendi dolosi in Sardegna. Emergenza in tutto il Sud
Mezza Italia continua a bruciare. Ieri è stata la Sardegna la regione più flagellata, dopo la Sicilia, ma non hanno smesso di ardere i focolai ai fianchi del Vesuvio o i roghi, anche di grosse dimensioni, che stanno ancora colpendo la Calabria. Già dalle prime ore della mattina il Centro operativo aereo unificato della Protezione civile a Roma ha ricevuto richieste di soccorso aereo.
Per tutto il giorno sono proseguite ovunque, ininterrottamente, le operazioni di spegnimento: quattordici Canadair, quattro elicotteri dei Vigili del fuoco (da soli i pompieri hanno gestito 1.200 interventi) e sette della Difesa sono stati impiegati per gestire le situazioni di maggiore difficoltà. Anche ieri, come due giorni fa, due Canadair francesi sono intervenuti prima nel comune di Positano, poi ancora nell’area vesuviana.
La Sardegna brucia tutta, da Nord a Sud. Il rogo è doloso in Ogliastra, ad Arzana, dove sono stati trovati inneschi. Quasi certo il dolo anche in Gallura dove, complice il maestrale, sono bruciati in poche ore 385 ettari tra Budoni e San Teodoro: giovedì erano state evacuate più di 1.500 persone, in gran parte turisti. Ieri un migliaio hanno potuto far rientro a casa, dopo aver passato la notte in altre strutture ricettive. Ad Ala’ dei Sardi sono andati in fumo ettari di sugherete. E ancora: un gigantesco rogo è divampato alle porte di Cagliari e alcune delle strade di collegamento verso il capoluogo sono state chiuse.
Sul Vesuvio gli incendi sono meno intensi, ma interessano un’area più vasta. Il presidente della Campania Vincenzo De Luca sta valutando la richiesta dello stato di calamità naturale, e conferma che nel Vesuviano si è trattato di un’azione della criminalità organizzata: «Non dobbiamo permettere che le aree dove ci sono stati incendi diventino nuove discariche».
Nel Cosentino l’emergenza sembra non avere fine: 44 roghi, soprattutto in aree boschive e nel territorio della Sila, ardono ancora dopo che giovedì due uomini sono morti nel tentativo disperato di spegnere il fuoco che stava raggiungendo i loro terreni. Il presidente della Regione Mario Oliverio ha annunciato che chiederà lo stato di calamità. Fiamme anche in Puglia: a Castellaneta Marina, nel Tarantino, sono bruciati trenta ettari di pineta. In Maremma un vasto incendio si è sviluppato nella zona della strada panoramica di Castiglione della Pescaia.
I geologi fanno i conti: in dieci anni sono andati in fumo 500 mila ettari di boschi, e le zone senza boschi sono quelle più soggette al rischio idrogeologico. Quello diffuso ieri dal Viminale è un bollettino di guerra: dallo scorso 15 giugno sono stati fatti più di 22 mila interventi, a fronte dei circa 14 mila nello stesso periodo del 2016, e dall’inizio dell’anno le denunce per incendio boschivo in Italia sono state 364, con undici arresti. Cinque solo a luglio. Sul web Guarda i video, segui le notizie e tutti gli aggiornamenti in tempo reale sul nostro sito web www.corriere.it