Sicilia, fiamme anche in città: «Mani criminali»
Allarme a Sciacca e Giardini Naxos. Il municipio: dove sono i droni che vigilavano al G7?
persi otto. Sono stato una giornata a tempestare per chiedere un elicottero che non è mai arrivato».
Le fiamme invece hanno continuato a bruciare abeti e vegetazione fino all’autostrada Massina-Catania, anche al casello di Giardini Naxos, l’altra perla sotto Taormina dove la direttrice del parco archeologico Vera Greco è su tutte le furie: «Per il G7 erano tutti qui, anche i Vigili del fuoco con i loro droni mostrando di sapere controllare con una precisione millimetrica il territorio. Come il Cnr con droni e immagini tridimensionali. E noi ad applaudire. Andati via Trump e Macron, chissà dove se li sono portati i droni con i quali avrebbero potuto intercettare i piromani, gli assassini del territorio dove tanti giovani e tanti immigrati nulla facenti potrebbero essere arruolati come sentinelle».
Recriminazioni accorate si accavallano fra i proprietari delle case distrutte dal fuoco, come si danna un avvocato che l’8 luglio aveva messo in guardia addirittura Palazzo Chigi da «una possibile regia criminale». E quando ieri l’avvocato Antonio Miano con studio a Messina s’è ritrovato in autostrada tra le fiamme ha tirato fuori le sue Pec: «Ecco la posta certificata a governo, Vigili del fuoco, Viminale, assessorato regionale al Territorio. Dopo gli allarmi meteo, ricordando i disastri dell’anno scorso e quelli del Portogallo, chiedevo controlli richiamando gli articoli della Costituzione a difesa dell’ambiente. Invece, campo libero ai piromani».
Il fatto che adesso le fiamme si avvicinino sempre di più ai centri abitati, com’è accaduto ieri a Palermo fra le lussuose case di Poggioridente, inquieta il sindaco di Catania Enzo Bianco: «Sono mani criminali quelle che hanno appiccato questi incendi. Le dimensioni e le gravità segnalano una escalation... C’è qualcosa di più e di peggio rispetto al passato». Mentre da Messina Giuseppe Antoci, presidente del parco dei Nebrodi, indica «la Tra le case I Vigili del fuoco in azione nel centro di Sciacca pista dei clan ai quali abbiamo sottratto il dominio delle terre demaniali», il sindaco di Castelmola sospetta di pastoripiromani: «Dai centri vicini alcuni preparano la transumanza su terreni che dopo gli incendi diventano più fertili. Ma io blocco i pascoli per cinque anni».
Siamo a risposte isolate, seppure tre Procure abbiano aperto indagini, per un fenomeno di proporzioni ormai vastissime. Secondo le stime della Protezione civile, in meno di sette mesi 1.450 focolai hanno già distrutto in Sicilia 23 mila ettari di boschi e 13 mila ettari di terreni. Quanto basta per rilanciare la polemica politica contro il governo regionale di Rosario Crocetta bersaglio di sindaci, associazioni ambientalistiche e sindacati.