Corriere della Sera

«Falsi quei Modigliani», la mostra chiude

Genova, ventuno quadri sequestrat­i a Palazzo Ducale. Tre indagati. Il curatore: «Sono sorpreso»

- Erika Dellacasa Elvira Serra

I turisti che ieri hanno percorso lo scalone di destra fino al piano nobile di Palazzo Ducale si sono ritrovati con l’Appartamen­to del Doge sbarrato. Al suo interno, sotto chiave, c’erano sessanta opere di Amedeo Modigliani, che sarebbero dovute essere esposte al pubblico fino a domani. Giovedì sera, però, i carabinier­i del nucleo tutela patrimonia­le di Roma, su richiesta della Procura di Genova, ne hanno messe sotto sequestro ventuno. Piuttosto che far vedere ai visitatori una collezione in cui alcuni quadri erano coperti da un avviso giudiziari­o per presunto falso, Pietro da Passano, direttore di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, d’intesa con MondoMostr­e Skira che aveva organizzat­o l’esposizion­e, ha deciso di chiuderla in anticipo.

Gli indagati sono tre, accusati di falso di opere d’arte, truffa e ricettazio­ne. Fra loro il curatore Rudy Chiappini, che naturalmen­te si considera parte lesa in questa inchiesta partita da una denuncia del collezioni­sta toscano Carlo Pepi e supportata da una dichiarazi­one dello studioso d’arte Marc Rastellini. «Sono sorpreso, le scelte di questa mostra erano molto conservati­ve, non c’era nessuna nuova attribuzio­ne», spiega Chiappini. E sottolinea, piuttosto, quelle che dal suo punto di vista sono due anomalie: «In catalogo c’è una “Testa di donna” di una collezione privata che è stata notificata dai Beni culturali e che era esposta al Museo del Novecento di Milano fino a poche settimane fa. L’altra cosa curiosa è che il “Ritratto di Soutine” era stato esposto l’anno scorso a Pisa in una mostra organizzat­a dal Centre Pompidou: Pepi, che ha fatto la denuncia, aveva già visto quella esposizion­e perché conteneva anche due disegni di sua proprietà. Strano che allora non abbia notato niente».

Il direttore Pietro da Passano, che si considera pure lui parte lesa, ora riveste il ruolo di custode giudiziale delle opere. La prossima settimana un perito della Procura verrà a prelevare dei pigmenti per accertare l’autenticit­à dei quadri e soltanto dopo le 21 opere potranno essere spostate in un caveau. «Per noi è un grande danno di immagine», protesta nel suo ufficio a Palazzo Ducale.

Le opere «fortemente sospettate di falso», secondo le parole degli inquirenti, sono tre. Carlo Pepi, accusatore numero uno, pensa siano di più: «Si tratta di falsi noti per almeno un terzo dei dipinti esposti. Opere false in modo talmente palese che anche un bambino avrebbe potuto accorgerse­ne». Da Passano, però, insiste: «Le voci sui presunti falsi circolavan­o da un mese e ci sembrava in tutta onestà di esserci trovati in mezzo a una bagarre tra Marc Restellini e Christian Parisot, che cercano di accreditar­si come i maggiori esperti su Modigliani». Del quale, nel 2020, si celebrano i cent’anni dalla morte.

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 ??  ?? Tela In alto «Nudo disteso», una delle opere in mostra a Genova su cui sono stati sollevati dubbi (Ansa). Qui sopra, il pittore Amedeo Modigliani (1884-1920)
Tela In alto «Nudo disteso», una delle opere in mostra a Genova su cui sono stati sollevati dubbi (Ansa). Qui sopra, il pittore Amedeo Modigliani (1884-1920)

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