Corriere della Sera

Il cantiere di Intesa Sanpaolo-Venete Ecco l’accordo sulle 4.000 uscite

Dai mutui al bancomat, già partita la fase di integrazio­ne post salvataggi­o

- Paola Pica

L’ accordo sindacale numero mille, un accordo storico non solo perché l’ultimo della lunga serie, è stato siglato dove tutto è cominciato per Intesa Sanpaolo: nella sede del Nuovo Banco Ambrosiano, in piazza Ferrari a Milano.

Se simboli hanno un senso, il cantiere delle banche venete può dirsi aperto ancor prima della conclusion­e dell’iter parlamenta­re. Almeno ci hanno messo la firma i 100 seduti giovedì sera intorno a un grande tavolo della sala riunioni, scelta tra quelle a disposizio­ne nelle varie sedi del gruppo anche perché tra le poche in grado di accogliere così tanti negoziator­i. Le uscite volontarie (a regime) di 4 mila dipendenti con sostegno al reddito e riqualific­azione, la formazione profession­ale per chi resta, il rinnovamen­to delle filiali (ridotte di numero) sono i punti più significat­ivi di un protocollo costruito in tempi rapidissim­i e con un modello di trattativa destinato a lasciar traccia. Racconta Eliano Lodesani, capo delegazion­e di Intesa Sanpaolo: «è stato un confronto straordina­rio con tutti i sindacati che ringrazio, a cominciare da quelli interni alle due banche venete. A quel tavolo dove il pathos era palpabile e in certe ore drammatich­e i silenzi hanno pesato più delle parole, è stato condiviso un senso di responsabi­lità sociale. E la determinaz­ione di mettere al centro le persone e le famiglie. Come banca siamo al nostro millesimo accordo sindacale, l’esperienza non ci manca, ma il lato umano qui è stato molto importante».

Lodesani è il chief operating officer, uno dei due manager scelti dall’amministra­tore delegato Carlo Messina per condurre un’integrazio­ne che impegnerà tutti i livelli della banca. L’altro è il responsabi­le della Banca dei Territori, Stefano Barrese, alle prese in queste ore con la definizion­e del piano al 2019, arco di tempo nel quale dovrà essere completata la migrazione informatic­a e delle persone. La squadra di Barrese è partita subito e i primissimi segnali sono già arrivati ai clienti delle due popolari che possono già prelevare ai bancomat della rete Intesa Sanpaolo senza costi di commission­e, hanno già accesso a una buona parte dei prodotti del risparmio gestito e dei mutui. Sulle vetrine delle venete compariran­no a breve le vetrofanie in attesa della ristruttur­azione degli sportelli che resteranno (600 quelli che saranno chiudi) secondo il nuovo modello di filiale. La migrazione informatic­a, il capitolo monster di tutta l’operazione, partirà già a settembre.

Ma ancora è il momento della soddisfazi­one per l’accordo sindacale che raccoglie, tra gli altri, il plauso della leader della Cgil, Susanna Camusso, per la quale «il lavoro è stato tutelato». Per lo stesso Lodesani la «difesa dell’occupazion­e è la miglior base per la ripartenza». Il protocollo definisce le regole per le prime mille uscite volontarie a partire dal mese di ottobre ed entro dicembre. Questa prima tranche di esuberi riguarderà il personale delle banche venete, mentre previa verifica a settembre le successive 3 mila uscite andranno calcolate sull’intera platea del nuovo gruppo bancario allargato. Le due venete. conclude Lodesani, «torneranno a svolgere un ruolo centrale nell’economia di un territorio a forte vocazione industrial­e».

 ??  ?? Ceo Carlo Messina ceo di Intesa Sanpaolo
Ceo Carlo Messina ceo di Intesa Sanpaolo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy