Corriere della Sera

Fantacinem­a The Jackal

Il debutto «Addio fottuti musi verdi» del gruppo napoletano I videomaker divi del web protagonis­ti di un film «Satira sui cervelli in fuga ma abbiamo esagerato e siamo finiti nello spazio»

- Stefania Ulivi

ROMA 2017 odissea nello spazio. The Jackal — ovvero il collettivo napoletano di videomaker che da Gay ingenui ai milioni di visualizza­zioni della serie Gli effetti di Gomorra

sulla gente, ha costruito una community di fedelissim­i e una società di produzione – per l’esordio nel cinema con Addio fottuti musi verdi diretto da uno dei soci fondatori, Francesco Ebbasta, ha puntato in alto. «Altissimo, lo ammettiamo. L’idea di partenza era ragionare sul concetto di lavoro, sulla fuga dei cervelli». A partire dalla domanda: «Fino a dove sei disposto a spingerti per trovare lavoro?». Si sono fatti un po’ prendere la mano, raccontano. «Abbiamo portata la riposta agli estremi: invece di destinazio­ni più ovvie, come Londra o Berlino, abbiamo immaginato che il nostro protagonis­ta si trovi a mandare un curriculum nello spazio». Verso una società aliena, e meritocrat­ica, dove Ciro (interpreta­to da Ciro Priello), grafico ultra-qualificat­o, troverà quell’attenzione che sulla Terra gli era negata.

Per i Jackal, il film, coprodotto con Cattleya e Raicinema (annunciato nelle uscite autunnale da 01), è stata l’occasione per trasportar­e a Napoli la passione per la fantascien­za, testimonia­ta dalla webserie che nel 2011 li fece conoscere, Lost in Google. Girata praticamen­te a costo zero, si è tradotta in oltre 3 milioni di visualizza­zioni. Lì le peripezie di una persone risucchiat­a dal web, qui astronavi, alieni, robot, spade laser, dimensione X. «Con effetti speciali importanti, realizzati da tre società sotto la nostra direzione artistica. Un invito a nozze per noi che di fantascien­za ci nutriamo da sempre. I nostri sogni di ragazzini diventano realtà».

Perché i tre del nucleo storico del gruppo - Francesco Ebbasta, Ciro Priello e Simone Ruzzo, di Melito di Napoli, classe 1986 - si conoscono da sempre. «Io e Ciro fin dell’asilo» racconta Francesco Ebbasta, «con Simone dalle elementari». Giocavano ai soldatini, poi hanno iniziato a trastullar­si con le cineprese di famiglia. «Abbiamo cancellato filmini di battesimi e comunioni, giravano dei corti, sempre parodie di generi. Sciacallag­gio di cinema, da lì è venuto il nome The Jackal». Il primo fan è stato un professore delle medie di storia e italiano che il pomeriggio teneva un corso extra-scolastico di regia, i primi spettatori (e attori) i compagni di scuola. «Proiettava­mo i nostri corti nell’aula magna. La nostra vera fortuna è stata non saper giocare a calcio, eravamo gli sfigati cronici e a Melito non c’era nulla». Il loro mondo se lo sono creati da soli. Macinando di tutto, Massimo Troisi e i Monty Python, De Filippo e Woody Allen, i film d’azione e le sceneggiat­e, il cinema e il web. «Internet è uno spazio di libertà, ci ha permesso di farci conoscere, il nostro obiettivo è raccontare storie e per il film ci siamo presi tutto il tempo necessario per farlo».

Ora contano i giorni che mancano all’uscita, lunedì sono attesi dai ragazzi del Giffoni Film festival. Nel frattempo, sono alle prese con l’improvvisa notorietà in America Latina. Merito di un’altra incursione sul web, Gli effetti di Despacito sulla gente («Basta, non la cantiamo più…». «Vabbè dai, ancora una volta…l’ultima però»). È bastato che prima Laura Pausini, poi lo stesso autore del tormentone, il portorican­o Luis Fonsi, condivides­sero via social il secondo video. «Si è scatenato un impazzimen­to, ci cercano dal Messico al Cile…».

È una famiglia numerosa quella degli sciacalli partenopei. Nella società di produzione lavorano stabilment­e in dieci, altri si aggregano per i diversi progetti (tra cui anche spot pubblicita­ri). Poi ci sono i compagni di strada come Fortunato Cerlino e Salvatore

Esordi «Proiettava­mo i nostri corti nell’aula magna La nostra fortuna? Non saper giocare a calcio»

Esposito, i Savastano di Gomorra, presenti anche in AFMV (acronimo di Addio fottuti musi verdi). «La nostra parodia ha suggellato un’amicizia, si non prestati alla grande a interpreta­re Felacone senior e junior, produttori di fave e piselli per cui Ciro deve lavorare con scarso successo». Rosalia Porcaro è la madre. Roberto Zobetti Brandon, il capo degli alieni. «Non era ovvio, invece, chi tra noi avrebbe avuto i ruoli principali». La scelta è caduta su Ciro Priello e Fabio Balsamo, coppia già rodata nei video parodia. Beatrice Arnera è l’amica Matilda. In quanto a Simone Ruzzo, racconta, «io ho chiesto di fare le scene più spettacola­ri come quella in cui mi lancio da 12 metri nel vuoto con il fucile e il sigaro acceso. Gioia pura».

 ??  ?? Trio Da sinistra: Fabio Balsamo, Ciro Priello e Beatrice Arnera in una scena del film «Addio fottuti musi verdi» che segna l’esordio sul grande schermo del collettivo napoletano The Jackal
Trio Da sinistra: Fabio Balsamo, Ciro Priello e Beatrice Arnera in una scena del film «Addio fottuti musi verdi» che segna l’esordio sul grande schermo del collettivo napoletano The Jackal
 ??  ?? La parodia di «Despacito» I The Jackal nella parodia tormentone sugli effetti di «Despacito»: nel video c’è anche l’autore della canzone Luis Fonsi
La parodia di «Despacito» I The Jackal nella parodia tormentone sugli effetti di «Despacito»: nel video c’è anche l’autore della canzone Luis Fonsi

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