Fantacinema The Jackal
Il debutto «Addio fottuti musi verdi» del gruppo napoletano I videomaker divi del web protagonisti di un film «Satira sui cervelli in fuga ma abbiamo esagerato e siamo finiti nello spazio»
ROMA 2017 odissea nello spazio. The Jackal — ovvero il collettivo napoletano di videomaker che da Gay ingenui ai milioni di visualizzazioni della serie Gli effetti di Gomorra
sulla gente, ha costruito una community di fedelissimi e una società di produzione – per l’esordio nel cinema con Addio fottuti musi verdi diretto da uno dei soci fondatori, Francesco Ebbasta, ha puntato in alto. «Altissimo, lo ammettiamo. L’idea di partenza era ragionare sul concetto di lavoro, sulla fuga dei cervelli». A partire dalla domanda: «Fino a dove sei disposto a spingerti per trovare lavoro?». Si sono fatti un po’ prendere la mano, raccontano. «Abbiamo portata la riposta agli estremi: invece di destinazioni più ovvie, come Londra o Berlino, abbiamo immaginato che il nostro protagonista si trovi a mandare un curriculum nello spazio». Verso una società aliena, e meritocratica, dove Ciro (interpretato da Ciro Priello), grafico ultra-qualificato, troverà quell’attenzione che sulla Terra gli era negata.
Per i Jackal, il film, coprodotto con Cattleya e Raicinema (annunciato nelle uscite autunnale da 01), è stata l’occasione per trasportare a Napoli la passione per la fantascienza, testimoniata dalla webserie che nel 2011 li fece conoscere, Lost in Google. Girata praticamente a costo zero, si è tradotta in oltre 3 milioni di visualizzazioni. Lì le peripezie di una persone risucchiata dal web, qui astronavi, alieni, robot, spade laser, dimensione X. «Con effetti speciali importanti, realizzati da tre società sotto la nostra direzione artistica. Un invito a nozze per noi che di fantascienza ci nutriamo da sempre. I nostri sogni di ragazzini diventano realtà».
Perché i tre del nucleo storico del gruppo - Francesco Ebbasta, Ciro Priello e Simone Ruzzo, di Melito di Napoli, classe 1986 - si conoscono da sempre. «Io e Ciro fin dell’asilo» racconta Francesco Ebbasta, «con Simone dalle elementari». Giocavano ai soldatini, poi hanno iniziato a trastullarsi con le cineprese di famiglia. «Abbiamo cancellato filmini di battesimi e comunioni, giravano dei corti, sempre parodie di generi. Sciacallaggio di cinema, da lì è venuto il nome The Jackal». Il primo fan è stato un professore delle medie di storia e italiano che il pomeriggio teneva un corso extra-scolastico di regia, i primi spettatori (e attori) i compagni di scuola. «Proiettavamo i nostri corti nell’aula magna. La nostra vera fortuna è stata non saper giocare a calcio, eravamo gli sfigati cronici e a Melito non c’era nulla». Il loro mondo se lo sono creati da soli. Macinando di tutto, Massimo Troisi e i Monty Python, De Filippo e Woody Allen, i film d’azione e le sceneggiate, il cinema e il web. «Internet è uno spazio di libertà, ci ha permesso di farci conoscere, il nostro obiettivo è raccontare storie e per il film ci siamo presi tutto il tempo necessario per farlo».
Ora contano i giorni che mancano all’uscita, lunedì sono attesi dai ragazzi del Giffoni Film festival. Nel frattempo, sono alle prese con l’improvvisa notorietà in America Latina. Merito di un’altra incursione sul web, Gli effetti di Despacito sulla gente («Basta, non la cantiamo più…». «Vabbè dai, ancora una volta…l’ultima però»). È bastato che prima Laura Pausini, poi lo stesso autore del tormentone, il portoricano Luis Fonsi, condividessero via social il secondo video. «Si è scatenato un impazzimento, ci cercano dal Messico al Cile…».
È una famiglia numerosa quella degli sciacalli partenopei. Nella società di produzione lavorano stabilmente in dieci, altri si aggregano per i diversi progetti (tra cui anche spot pubblicitari). Poi ci sono i compagni di strada come Fortunato Cerlino e Salvatore
Esordi «Proiettavamo i nostri corti nell’aula magna La nostra fortuna? Non saper giocare a calcio»
Esposito, i Savastano di Gomorra, presenti anche in AFMV (acronimo di Addio fottuti musi verdi). «La nostra parodia ha suggellato un’amicizia, si non prestati alla grande a interpretare Felacone senior e junior, produttori di fave e piselli per cui Ciro deve lavorare con scarso successo». Rosalia Porcaro è la madre. Roberto Zobetti Brandon, il capo degli alieni. «Non era ovvio, invece, chi tra noi avrebbe avuto i ruoli principali». La scelta è caduta su Ciro Priello e Fabio Balsamo, coppia già rodata nei video parodia. Beatrice Arnera è l’amica Matilda. In quanto a Simone Ruzzo, racconta, «io ho chiesto di fare le scene più spettacolari come quella in cui mi lancio da 12 metri nel vuoto con il fucile e il sigaro acceso. Gioia pura».