Corriere della Sera

Riki di «Amici», fenomeno pop: è suo il disco più venduto del 2017

Secondo nel talent, record nel primo semestre. «Jovanotti tra i miei idoli»

- Andrea Laffranchi

A un mese dalla nascita dei loro gemellini, Beyoncé e Jay-Z hanno deciso di mostrarli a tutto il mondo. La popstar ha postato una loro foto sul suo profilo Instagram e in sole otto ore ha raggiunto i sei milioni di like. L’immagine richiama quella con cui a febbraio aveva annunciato sui social di essere incinta. Ancora una volta una foto botticelli­ana: Beyoncé indossa un abito che è un lungo lenzuolo colorato, in testa un lungo velo azzurro e dietro di lei un arco di fiori e il mare. Fra le sue braccia, i gemellini Rumi e Sir Carter, nati il 14 giugno scorso. re». E quindi è diventato Riki. «Il nome nasce dalle memorie di una lezione di marketing che suggeriva l’uso di due sillabe, dalla voglia di italianità quindi niente “c” e “y” e dall’esigenza di rendere il nome graficamen­te e le due “i” speculari offrono mille spunti».

Le canzoni di «Perdo le parole» sono un pop leggero e solare con testi che raccontano piccoli momenti, sensazioni, immagini. «Parlo delle mie esperienze, di quello che vivo. Registro degli spunti sul telefonino, li mastico per una settimana e poi ci lavoro sopra». Milano è spesso sullo sfondo, ambientazi­one e ispirazion­e. I locali, le modelle, nel brano che dà il titolo all’album uno scorcio come piazza Scala. «È un dettaglio di qualcosa che vivevo nel momento in cui stavo scrivendo la canzone. Ho frequentat­o Aurora Ramazzotti e una volta siamo andati in un locale proprio lì». Anticipa lui il gossip. «La canzone non è dedicata a lei».

Riki è senza passato digitale. I suoi profili social sono nati l’anno scorso. «All’università ero l’unico a non avere Facebook. Sono uno che si perde facilmente e temevo di finirci dentro delle ore ed estraniarm­i dalla realtà. Quando proponevo i miei provini ai discografi­ci mi dicevano che non gli interessav­o perché per fare musica ci vogliono i follower. Così ho aperto Instagram e poi gli altri social». «Polaroid» (in radio in questi giorni) e «Diverso» parlano del confronto fra vita reale e mondo virtuale. «La prima è un invito a godere dell’istante toccandolo e non mettendolo in un video, una foto che non riguardere­mo mai. “Diverso” è nata in metro: notavo che guardavamo tutti lo smartphone tranne una signora che leggeva il giornale. Non vorrei fosse preso come un pezzo di denuncia sociale, è sempliceme­nte il racconto di un mondo che cambia visto con gli occhi di un ragazzo».

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