Riki di «Amici», fenomeno pop: è suo il disco più venduto del 2017
Secondo nel talent, record nel primo semestre. «Jovanotti tra i miei idoli»
A un mese dalla nascita dei loro gemellini, Beyoncé e Jay-Z hanno deciso di mostrarli a tutto il mondo. La popstar ha postato una loro foto sul suo profilo Instagram e in sole otto ore ha raggiunto i sei milioni di like. L’immagine richiama quella con cui a febbraio aveva annunciato sui social di essere incinta. Ancora una volta una foto botticelliana: Beyoncé indossa un abito che è un lungo lenzuolo colorato, in testa un lungo velo azzurro e dietro di lei un arco di fiori e il mare. Fra le sue braccia, i gemellini Rumi e Sir Carter, nati il 14 giugno scorso. re». E quindi è diventato Riki. «Il nome nasce dalle memorie di una lezione di marketing che suggeriva l’uso di due sillabe, dalla voglia di italianità quindi niente “c” e “y” e dall’esigenza di rendere il nome graficamente e le due “i” speculari offrono mille spunti».
Le canzoni di «Perdo le parole» sono un pop leggero e solare con testi che raccontano piccoli momenti, sensazioni, immagini. «Parlo delle mie esperienze, di quello che vivo. Registro degli spunti sul telefonino, li mastico per una settimana e poi ci lavoro sopra». Milano è spesso sullo sfondo, ambientazione e ispirazione. I locali, le modelle, nel brano che dà il titolo all’album uno scorcio come piazza Scala. «È un dettaglio di qualcosa che vivevo nel momento in cui stavo scrivendo la canzone. Ho frequentato Aurora Ramazzotti e una volta siamo andati in un locale proprio lì». Anticipa lui il gossip. «La canzone non è dedicata a lei».
Riki è senza passato digitale. I suoi profili social sono nati l’anno scorso. «All’università ero l’unico a non avere Facebook. Sono uno che si perde facilmente e temevo di finirci dentro delle ore ed estraniarmi dalla realtà. Quando proponevo i miei provini ai discografici mi dicevano che non gli interessavo perché per fare musica ci vogliono i follower. Così ho aperto Instagram e poi gli altri social». «Polaroid» (in radio in questi giorni) e «Diverso» parlano del confronto fra vita reale e mondo virtuale. «La prima è un invito a godere dell’istante toccandolo e non mettendolo in un video, una foto che non riguarderemo mai. “Diverso” è nata in metro: notavo che guardavamo tutti lo smartphone tranne una signora che leggeva il giornale. Non vorrei fosse preso come un pezzo di denuncia sociale, è semplicemente il racconto di un mondo che cambia visto con gli occhi di un ragazzo».