Corriere della Sera

Aru, maglia gialla e cervello Controlla bene ogni attacco

Froome e Bardet ci provano, Fabio con intelligen­za e da solitario governa il Tour

- Marco Bonarrigo

Mai sottovalut­are il polpo. Avversario fierissimo per i predatori marini: si mimetizza sui fondali, ha energia inesauribi­le pompata da tre cuori e neuroni innestati nei tentacoli per muoverli in maniera intelligen­te, indipenden­te e fulminea, amputandos­eli quando necessario. Ieri sui Pirenei il polpo sardo

RODEZ -CÔTE DE ST-PIERRE

468m Côte du viaduc du Viaur 3 3

526m Côte de Centrès attacco per attacco. Mica potevo rispondere a tutti». Così quando lo sfidano da lontano Landa — il paggetto Sky più vicino in classifica — e nonno Contador, Fabio molla un tentacolo. Un altro lo cede a Quintana, partito in contropied­e. Ma quando ci prova Froome sull’ultima salita (due volte) Fabio lo risucchia fulmineo. Così col funambolo Bardet in discesa (due volte), ancora con Froome aiutato da Kwiatkowsk­i (due volte) e con Uran nel finale.

Il polpo aveva navigato per 100 chilometri isolato. Il fido Fuglsang (due fratture) si era ritirato dopo il via, i kazakini dell’Astana in coda bolliti. Sul traguardo ha trionfato Warren Barguil su Quintana e Contador. Sono rientrati in classifica sia la sfinge colombiana (a 2’07”) che, soprattutt­o, Landa, a 1’09”. Rosicchian­o qualche secondo Martin & Yates, Froome e Bardet però restano al loro posto. L’inglese esulta: «Grande giornata. Abbiamo dimostrato che Astana non può controllar­e la corsa. E io senza maglia mi sento più libero».

In realtà, in casa Sky, il basco dagli occhi tristi è considerat­o una scheggia impazzita, tanto da tenerlo lontano dai cronisti. E i numeri di Froome non convincono. Mentre la stampa francese relega il sardo tra i comprimari (ieri il quotidiano l’Equipe ha celebrato la sua maglia gialla nella settima delle dieci pagine riservate al Tour) il pubblico lo festeggia alla pari degli eroi locali. «È un FabioFabio-Fabio continuo — spiega Aru — una sensazione che non avevo provato nemmeno in Italia». «Me lo aspettavo e ho ragionato in ogni offensiva, non potevo rispondere a tutti» In Astana si lavora per obbiettivi parziali. Il primo è arrivare incolumi al riposo di lunedì. Oggi e — soprattutt­o — domani bisogna mulinare i tentacoli in due tappe piene di trappole. Martedì spazio ai velocisti, mercoledì e giovedì le Alpi. Ieri si è vista una timida alleanza Astana/Emirates (team di radici italiane) per inseguire Landa.

Contro Aru, però, il fronte sarà ben più agguerrito. Ieri — una decisione inedita — la giuria ha tolto i 20” di penalizzaz­ione inflitti a Rigoberto Uran il giorno precedente, per rifornimen­to irregolare. Motivazion­e ufficiale: «Le ammiraglie sono state ostacolate». Traduzione: far dimenticar­e di non aver punito anche Bardet, vincitore designato e quasi già acclamato, che aveva preso la stessa borraccia proibita. Prepariamo­ci a tutto. Tattica Fabio Aru, 27 anni, in maglia gialla controlla le sfuriate di Romain Bardet, davanti a lui, e Rigoberto Uran, alle sue spalle (Afp)

La tattica dell’italiano Aru Che emozione il pubblico: è un FabioFabio-Fabio continuo, sensazione mai provata neppure in Italia

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