Metrò, indagato il macchinista
La vittima è ancora ricoverata, solidarietà di Raggi. Accertamenti sul rispetto delle norme di sicurezza
È indagato con l’accusa di lesioni gravi il macchinista della metropolitana di Roma che mercoledì scorso era alla guida del treno che ha trascinato una donna rimasta agganciata alla porta dell’ultimo vagone. Il macchinista si difende: «Ho sbagliato a mangiare ma prima di partire ho guardato dallo specchietto. E poi facciamo turni massacranti, possiamo solo mangiare mentre siamo alla guida». L’Atac ha costituito una commissione d’inchiesta.
È indagato per lesioni gravi Gianluca Tonelli, il macchinista alla guida del convoglio della Metro B che ha trascinato sulla banchina la donna rimasta agganciata a un vagone. Il fascicolo è affidato al pm Maria Sabina Calabretta e al procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, che vogliono accertare anche eventuali violazioni delle norme di sicurezza da parte di Atac. La passeggera — Natalya Garkovich, bielorussa di 43 anni — è ricoverata in terapia subintesiva al Policlinico di Tor Vergata; non è in pericolo di vita. A farle visita in ospedale ieri c’erano la sorella e due connazionali che fanno parte di un’associazione: «Quando abbiamo saputo cosa le era accaduto — raccontano — abbiamo pensato di venire a trovarla per offrirle il nostro aiuto». La paziente, arrivata al pronto soccorso con un polmone perforato e numerose fratture, è in prognosi riservata ma le sue condizioni sono stabili. Dal Comune fanno sapere che la sindaca Virginia Raggi «si tiene costantemente informata sulle condizioni di salute della donna» e che «l’amministrazione sta valutando come sostenerla». A esprimerle vicinanza è stata anche l’assessora ai Trasporti, Linda Meleo. Atac, che ha aperto un’indagine interna, dichiara in una nota di avere «un quadro abbastanza dettagliato sui fatti, ma di non poter rendere pubbliche le proprie valutazioni essendo attivi gli inquirenti».
È ancora sotto choc la guardia giurata che ha visto la donna scivolare sulla banchina. Nel filmato delle telecamere cerca di tirarla via, ma resta con la sua giacca in mano. Quando si rende conto che il treno è ripartito, si mette a correre cercando invano di attirare l’attenzione del conducente. Chi lo conosce, tra i colleghi della Italpol, lo descrive come scrupoloso e iper attento: «Prende molto sul serio il suo lavoro». I metronotte raccontano di casi quotidiani simili a quello che è quasi costato la vita alla donna: «Vediamo queste scene di continuo. Al terzo segnale che le porte stanno per chiudersi le persone, invece di allontanarsi, cercano in tutti i modi di farsi largo tra la folla». Anche a bordo qualcuno ha provato a salvare la 43enne tirando la leva d’emergenza, che però è un dispositivo d’allarme e non di frenata. Ad aprile un precedente simile a Cucciago, nel Comasco: un uomo è morto dopo essere rimasto con il piede incastrato nella portiera della carrozza e trascinato per alcuni chilometri mentre scendeva da un treno regionale diretto a Milano.