Tanta economia (senza No Tav) M5S «modera» il programma
Rispetto al 2013 piano meno movimentista: debuttano esteri e giustizia E sparisce l’accesso via web dei cittadini agli incontri pubblici
M5S mettono a rischio diritti dei lavoratori e l’ambiente, sì ad alleanza con Paesi del Sud Europa contro politiche di austerità, no a Fondo salva Stati e Troika (Bce, Fmi e Commissione europea), sì ad adeguamento di accordi Nato e disimpegno nelle missioni militari, sì a riconoscimento della Palestina, no a embarghi economici come a Siria e Russia. E proprio l’economia sembra essere un nuovo cardine. Nel 2013 il programma prevedeva dal sussidio di disoccupazione garantito (una sorta di reddito di cittadinanza antelitteram) , all’abolizione di legge Biagi, per toccare anche il sostegno alle società no profit. Oggi gli argomenti sono sviscerati in più capitoli. Già approvato è quello sulle banche: separazione tra istituti commerciali e d’affari, istituzione di una Banca pubblica per gli investimenti e di una Procura nazionale per le indagini economiche, vigilanza estesa magistratura e Guardia di finanza, più sanzioni per frodi online.
Oltre alle banche viene toccato un altro tabù. Sul lavoro si riconosce il valore dei sindacati (in passato molto contestati da M5S) con l’intenzione di eliminare «privilegi, finanziamenti pubblici e commistioni con politica e imprese». Quanto ai trasporti si è passati dal No Tav al «no flight», dal blocco dell’alta velocità in val di Susa all’eliminazione del finanziamento pubblico agli aeroporti che non raggiungono l’equilibrio finanziario. Sull’istruzione, se nel 2013 si chiedeva l’abolizione della legge Gelmini (oggi confermata) e «risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica», ora si chiede di aprire un dibattito sulla legge della parità scolastica senza che «l’obiettivo sia impedire che siano istituite scuole private». In più: «Cancellare la legge sulla Buona scuola».
Quattro anni fa, come adesso, era data importanza al tema energetico. Nel 2017 il focus si è spostato su abbandono delle fonti fossili, riduzione consumi, uso vettori elettrici, rendere pubblica Terna, autoprodurre con fonti rinnovabili. Sulla salute, tanto nel 2013 quanto oggi i Cinque Stelle si sono concentrati sulla professione medica. Tuttavia, 4 anni fa si chiedeva di separare le carriere pubbliche e private, vietando «a un medico che lavora nel pubblico di operare nel privato», ora il problema è il rischio di non avere adeguata assistenza medica per lo scarso numero di camici bianchi in formazione.