Corriere della Sera

ESTERI

- Viviana Mazza

Roya furono le prime ragazze in Iran a partecipar­e alle Olimpiadi internazio­nali di matematica grazie all’aiuto della preside: così, nel 1994, la 17enne Maryam vinse la medaglia d’oro. Dopo la laurea si trasferì a Harvard, completò il dottorato con una tesi sulla geometria delle superfici iperbolich­e, poi andò a insegnare a Stanford. I suoi campi di studio includevan­o la teoria ergodica e la geometria simplettic­a, settori molto astratti della matematica pura. Per concentrar­si amava scarabocch­iare la stessa figura all’infinito, tanto che la figlia Anahita la credeva una pittrice.

Mirzakhani si definiva una pensatrice lenta. Gravitava intorno ai problemi più profondi. Il marito Jan Vondrak, anche lui matematico, raccontava che una volta, da fidanzati, andarono a correre. «Io ero in forma, lei gracile. Così all’inizio io ero in testa. Ma un’ora dopo mi ero fermato. Lei invece continuava a correre, alla stessa velocità».

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