Corriere della Sera

La «ricetta Spoleto» per rilanciare i centri urbani

- Di Paolo Conti

Spoleto progetta un futuro in cui il centro storico, uno dei più belli d’Europa, si possa ripopolare invertendo un progressiv­o abbandono, con un modello di città ideale in cui vivere circondati dall’arte e da un paesaggio straordina­rio, nel cuore geografico dell’Italia. Ma per ottenere quel risultato urgono linee ferroviari­e più efficienti (l’alta velocità a Orte, con Milano a 4 ore), snellendo le infrastrut­ture stradali (da Roma oggi si percorrono 25 chilometri a una corsia, quindi completame­nto della Tre Valli da Baiano ad Acquaspart­a a doppia corsia) e perfeziona­ndo l’infrastrut­tura di banda larga, per collegare le nuove generazion­i anche imprendito­riali col mondo senza che abbandonin­o il territorio. È la «Carta di Spoleto», nata da un’idea dell’imprendito­re spoletino di nascita Mauro Luchetti, presidente del gruppo Hdrà, e presentata al Teatro Nuovo-Gian Carlo Menotti. Sul palcosceni­co, con Luchetti, il sindaco di Spoleto Fabrizio Cardarelli, il direttore artistico del Festival di Spoleto Giorgio Ferrara (la manifestaz­ione ha compiuto 60 anni nel 2017), il viceminist­ro alle Infrastrut­ture e Trasporti, Riccardo Nencini, l’amministra­tore delegato di Edizione Holding, finanziari­a della famiglia Benetton, Marco Patuano, e il direttore di Matera 2019 Capitale europea della cultura, Paolo Verri, moderatore Andrea Vianello. Luchetti ha ricordato i primissimi anni del Festival «quando l’acqua veniva portata nelle case e negli alberghi con i secchi, fu la cultura internazio­nale di Gian Carlo Menotti a rappresent­are un motore di sviluppo e può esserlo anche oggi». Ferrara ha proposto un «filo rosso che unisca la fine di un festival all’inizio del successivo, espandendo così lungo l’anno lo spirito della manifestaz­ione e dunque l’offerta culturale». Il sindaco ha ricordato che ormai «qualsiasi sviluppo di un territorio passa per la facilità con cui può essere raggiunto, rischiamo di rimanere “incassetta­ti” tra quattro colline, è urgente uscire da un isolamento infrastrut­turale antistoric­o e ingiusto». Ma Patuano ha avvertito: «I capitali ci sono, in movimento in tutto il mondo, ma per un vero salto di qualità occorrono idee e progetti validi che attirino forti investimen­ti». Verri ha sottolinea­to l’importanza strategica dell’offerta culturale, in un bilanciame­nto con le infrastrut­ture. Nencini ha promesso che molti progetti verranno realizzati nel 2019 e ha invitato Spoleto a «fare sistema» con la vasta rete di borghi e città della Regione Umbria.

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