CARI AMICI TIFOSI IL LINCIAGGIO SOCIAL SU LEONARDO BONUCCI È INSOPPORTABILE
Cari tifosi juventini infuriati e che state perdendo il senso della misura e della decenza (per fortuna una minoranza), da juventino deluso e amareggiato: smettetela con il linciaggio sui social di Leonardo Bonucci, che si pentirà amaramente di aver scelto il Milan quando a un minuto dalla fine nella partita decisiva a San Siro Gonzalo Higuain lo befferà con un tunnel per poi segnare, facendoci assai godere. Stop immediato alle ingiurie, alle minacce, agli auguri di malattie e addirittura di morte: tra Bonucci rossonero e questo bullismo disumano e scatenato, con Bonucci tutta la vita. Bonucci merita rispetto per la sua umanità e la sua bravura, un pilastro della Juventus dei sei scudetti consecutivi e delle due finali in Champions che hanno comunque messo la Juve ai vertici del calcio europeo. Bonucci all’inizio della stagione ha saltato qualche partita e un po’ di allenamenti: non per pigrizia, ma perché uno dei suoi figli è stato molto, ma molto male. Chi scherza o blatera su questa circostanza così drammatica è un energumeno morale, ed energumeno resta anche se si sente legittimamente tradito da Bonucci. Che non è un «mercenario» ma un professionista. Che caratterialmente è certo un tipo umano molto difficile, ma lo era anche quando la curva bianconera giustamente lo osannava e faceva di lui un eroe. Bonucci ha offerto un grande esempio sportivo quando ha accompagnato allo stadio il figlio granata per tifare il Torino, e anche in quella occasione qualche oltranzista invasato si è permesso di usare la parola «tradimento». Ma il linciaggio del traditore è pratica barbarica, e poi la ferocia con cui qualcuno si è scagliato contro il figlio malato è addirittura vomitevole. Quindi fermatevi, fermiamoci. Quando lo spirito della curva si associa all’odio diffuso nei social, la miscela che ne risulta può essere avvelenata. Disintossichiamoci, auspichiamo rivalse sul campo, ma le atrocità no, l’attacco a un bambino per giunta, fanno solo orrore. Senza colore né bandiere.