Corriere della Sera

«I grandi colpi obbligano Montella a vincere Nerazzurri, serve un nome per entusiasma­re»

Zenga: «L’anti Juve resta il Napoli, anche per Sarri è ora di portare a casa un successo»

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in campo. Grande colpo dal punto di vista tecnico, scioccante da quello “affettivo”».

La vera anti Juve rischia di diventare il Milan?

«No, per me resta il Napoli, che è fortissimo e ha una base di tre anni su cui ripartire. Il suo gioco ha divertito, ma di fatto ha portato zeru tituli, come direbbe il mio amico Mourinho. Anche per Sarri è venuto il momento di vincere».

Gli interisti fanno bene a preoccupar­si?

«Siamo a metà luglio e forse è ancora presto. Però è comprensib­ile una certa agitazione. L’anno scorso sono stati spesi tanti soldi, ma molti giocatori non hanno reso come dovevano. Adesso l’Inter ha l’obbligo di comprare e fare risultati: serve un colpo importante, anche per riportare entusiasmo nel derby a distanza col Milan».

Spalletti è comunque l’uomo giusto per il rilancio?

«Non so se sia l’allenatore giusto. Ma dopo Inter-Roma disse che gli ex interisti erano andati tutta la settimana in tv a fare certi discorsi. Mi auguro che adesso possa apprezzare In attesa Walter Zenga, 57 anni, dopo l’esonero dai Wolves è in attesa di tornare in panchina (LaPresse) tutto il lavoro degli ex interisti in television­e».

Un altro grande colpo del Milan è stato tenere Donnarumma, non trova?

«Stiamo parlando di un ragazzo di 18 anni che per tutti fino all’altroieri era Gigio. E adesso è diventato Donnarumma, quello da 6 milioni l’anno. E questo cambia le prospettiv­e. Lui è bravo, ma ha pur sempre 18 anni e i suoi errori li ha commessi come tutti».

In cosa può migliorare?

«È impossibil­e pensare che non abbia margini di migliorame­nto. L’unica cosa che mi permetto di sottolinea­re però non è tecnica: un secondo portiere leggerment­e più competitiv­o di suo fratello gli avrebbe fatto meglio. Il quadretto famigliare è bello, ma profession­almente non aiuta. Per la grinta, per il confronto, per tutto quello che un secondo di esperienza come lo stesso Storari gli potrebbe dare».

Quel che è certo è che la scuola italiana dei portieri resta al top, o no?

«Sì ci sono tanti giovani bravi. Ma non capisco perché Brignoli che ho avuto alla Samp non gioca in A».

È anche il calciomerc­ato dei social: ci fossero stati ai vostri tempi se ne sarebbero viste delle belle come oggi?

«Anche molto di più. Ma i ragazzi andrebbero mandati a scuola di social: le parole che scrivi restano, sembra quasi che non ci metti la faccia».

I giocatori oggi sono più immaturi di un tempo?

«Non voglio fare la figura del dinosauro. Ma il fatto di non avere cellulari e internet ti obbligava a fare scelte costanti anche nella quotidiani­tà. E scegliendo ti formavi un carattere. Oggi è tutto diverso e io che ho 57 anni e ho due bambini di 7 e di 5 devo mantenermi fresco di mente e adattarmi. Se un allenatore non si mette al passo e non si aggiorna, finisce».

Il futuro di Totti da dirigente come può essere?

Donnarumma è bravo, ma fa i suoi errori come tutti Sono contento per Cassano Totti farà scuola con Monchi

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