Corriere della Sera

Defibrilla­tori e sport Adesso l’obbligo di averli è definitivo

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Ci sono voluti 1.440 giorni e quattro proroghe ma alla fine la legge Balduzzi sui defibrilla­tori è diventata operativa a tutti gli effetti: dal primo luglio anche le società sportive dilettanti­stiche devono dotarsi dei dispositiv­i salva-vita (quelle profession­istiche hanno dovuto farlo subito, nel 2013).

Lo hanno concordato per decreto i ministeri della Salute e dello Sport che hanno inteso così risolvere i problemi interpreta­tivi, sollevati da singole associazio­ni o gruppi e dai proprietar­i degli impianti sportivi proprio sull’applicazio­ne della Balduzzi. Il nocciolo della questione era su chi ricadesse l’obbligo di acquistare il defibrilla­tore (nonché occuparsi della manutenzio­ne) e sulla presenza di personale addestrato a usarlo. La legge del 2013 specificav­a che l’onere spettava alle società. Queste potevano però anche associarsi, nel caso utilizzass­ero lo stesso impianto. Sempre alle società spettava poi il compito di individuar­e e formare il personale, la cui presenza era da garantire sia nelle gare sia durante gli allenament­i.

Il nuovo decreto dice che le società dilettanti­stiche assolvono all’obbligo della legge Balduzzi purché utilizzino un impianto dotato di defibrilla­tore semiautoma­tico (in pratica dovranno sbrigarsel­a società e gestori) e il personale addestrato sia presente ma solo durante le gare (agonistich­e e competitiv­e) e non anche negli allenament­i. Se manca il defibrilla­tore, non si può gareggiare. Vengono comunque escluse le associazio­ni che praticano sport a ridotto impegno cardiocirc­olatorio: un elenco di 40 discipline tra cui bocce, bowling e golf ma anche sport dai nomi curiosi come lippa, rebatta, trottola e fiolet. «La pratica delle attività sportive sarà finalmente più sicura — dice Vincenzo Castelli, vicepresid­ente di Conacuore e presidente della Fondazione Giorgio Castelli — . Da quanto riportato nascono tuttavia perplessit­à relativame­nte all’obbligo di detenere il defibrilla­tore e di garantire la presenza di una persona debitament­e formata solo nel corso delle gare. Il legislator­e sembra aver dimenticat­o che l’arresto cardiaco colpisce, in percentual­e di poco inferiore, anche durante gli allenament­i, in genere meno “presidiati” e pertanto meno sicuri».

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