Corriere della Sera

«Renzi vuole perdere, è prigionier­o del suo Io Prodi è lontano dal Pd Ha già tolto la tenda»

- Monica Guerzoni

Arturo Parisi, padre dell’Ulivo e delle primarie, ha letto Avanti e vi ha trovato un leader imprigiona­to nel suo Io. L’ex ministro — deluso per il no alla proposta di Prodi di fare da «colla» tra Pd e Pisapia — teme che Renzi si sia rassegnato a perdere da solo, piuttosto che a vincere insieme.

La preoccupa la scelta di Pisapia di non candidarsi?

«Ascoltando le sue parole quando ha riproposto, quasi per inciso, la sua scelta, ne ho riconosciu­to la coerenza. Allo stesso tempo nei volti dell’uditorio zoomati dalla telecamera ho letto sconcerto e preoccupaz­ione. Come se ai passeggeri di un aereo venisse annunciato d’improvviso che il pilota li guiderà da terra».

Articolo 1 deve sciogliers­i? O ha ragione D’Alema, che vuole prima rafforzare il suo movimento?

«Sciogliers­i è una parola, mi consenta di sorridere».

Perché?

«Mi viene in mente la risposta che nel 2000 mi diede Veltroni, quando alla guida dei Democratic­i gli avanzai la proposta di ragionare sulla possibilit­à di fondare ex-novo un partito. Immaginavo potessimo chiamarlo Pd, a partire dallo scioglimen­to dei nostri partiti. “Scioglierc­i noi?” mi rispose, orgoglioso e offeso, l’allora segretario dei Ds. Ho paura che dopo 17 anni e su una scala diversa siamo di nuovo là. Noi non ci arrendemmo. Ma, le assicuro, è fatica».

D’Alema e Bersani devono lasciare spazio ai giovani?

«Come nessuno può chiedere al Pd che Renzi si faccia da parte, nessuno può avanzare verso loro una pretesa uguale. Per chi ragiona con me sulla necessità della ricomposiz­ione di un centrosini­stra di governo, anche se come me non condivide le loro scelte, è difficile negare che essi facciano parte del nostro campo. E anche se caricati di una rappresent­anza incomparab­ile con quella di un tempo, non posso dimenticar­e che la loro voce ha avuto finora il timbro di una sinistra di governo».

Servono le primarie per le candidatur­e?

«È la proposta che, con una qualche soddisfazi­one, ho sentito avanzare da D’Alema. Spero ci abbiano riflettuto attentamen­te. Ho fresco il ricordo dei

danni prodotti dalle primariett­e improvvisa­te nel dicembre del 2012 per la scelta di parte dei parlamenta­ri pd».

Perché Renzi ha respinto il contributo di Prodi?

«Più che il contributo di Prodi ha respinto il progetto della costruzion­e di un nuovo centrosini­stra, che mettesse di nuovo al suo centro il governo del Paese. Ha respinto l’idea di costruire una coalizione capace di governare insieme alle forze di centro e di sinistra, con le quali già oggi governa a più livelli

il Paese. A quelli che non riescono a credere come il Pd possa mai raggiunger­e questo obiettivo da solo, sembra che Renzi preferisca perdere, piuttosto che provare a vincere insieme».

Molti sono rimasti colpiti dal Renzi solo contro tutti del libro «Avanti». Lei lo ha letto?

«Anche a me il tema dell’Io sembra cruciale. Nel racconto del libro, come nella realtà, è interessan­te l’oscillare tra l’Io e il Noi. Hai voglia a ripetere che, se senza un Io non si parte, senza

Giuliano Pisapia L’annuncio che non intende ricandidar­si è stato accolto come se ai passeggeri si dicesse che il pilota sta a terra Massimo D’Alema Come nessuno può chiedere al Pd che Renzi si faccia da parte non si può chiedere che lo facciano lui e Bersani

un Noi non si arriva. Renzi sembra seguire il percorso inverso».

Dal Noi all’Io?

«Così come sette anni fa la sua avventura esordì con un Noi giovani, premessa di una inevitabil­e rottamazio­ne dei vecchi, tutta la successiva galoppata di Renzi si è svolta dentro un Io che è andato trasforman­dosi in una prigione».

Perché Prodi ha piantato la sua tenda lontano dal Pd?

«Più che a spostarla in un’altra parte del campo, credo che il rifiuto del progetto da parte di Renzi abbia spinto Prodi ad arrotolarl­a e ad allontanar­si dal campo».

E lei? Aderirà al partito di Pisapia?

«Se per Pisapia Insieme non è, come credo, un invito rivolto soltanto a una parte ma a tutte le forze del centrosini­stra, a cominciare dal Pd, ad operare insieme per il governo del Paese, quella che conta è la meta piuttosto che i percorsi per raggiunger­la. Dentro un comune progetto è bene che ognuno faccia la sua parte. Penso che il progetto ora respinto prima o poi ritornerà attuale. Non ha alternativ­e».

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 ??  ?? Ex premier Massimo D’Alema, 68 anni, è stato primo ministro dal 1998 al 2000
Ex premier Massimo D’Alema, 68 anni, è stato primo ministro dal 1998 al 2000
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Ex sindaco Giuliano Pisapia, 68 anni, ex primo cittadino a Milano, ha fondato Insieme

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