Corriere della Sera

Spianata delle Moschee, metal detector agli ingressi I palestines­i pregano fuori

- D.F.

Dagli altoparlan­ti gli imam invitano i fedeli a restare fuori. Perché si oppongono ai metal detector voluti dalla polizia israeliana dopo l’attentato di venerdì mattina, due agenti e i tre terroristi uccisi. Gli assalitori venivano già armati da dentro la Spianata delle Moschee, il terzo luogo più sacro dell’Islam. I capi del Waqf, l’organismo deputato a gestire l’area, sostengono che i controlli all’ingresso contravven­gano alle norme dello «status quo» fissate cinquant’anni fa dal generale israeliano Moshe Dayan, dopo la cattura della Città Vecchia nella guerra dei Sei giorni: l’amministra­zione del quadrilate­ro è lasciata ai religiosi arabi, gli ebrei possono visitare l’area ma non pregarvi, Israele è responsabi­le per la sicurezza della struttura. L’attacco di venerdì dimostra che il governo israeliano ha bisogno di garanzie sulla sicurezza dalla struttura. Con il rischio di toccare la questione più complessa ed esplosiva. Solo qualche centinaio di palestines­i ieri ha accettato di passare i metal detector ed entrare, il resto ha protestato all’esterno. Mentre Hamas da Gaza incita alla guerra santa.

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In preghiera Poliziotti israeliani davanti ai metal detector alla Spianata delle Moschee. Di fronte, musulmani in preghiera (Ap)

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