Corriere della Sera

I N F L U E N C E R Il peggior libro di #poesie del nuovo millennio

- Di Luca Mastranton­io

Ci sono grandi poeti che balbettano di fronte alla domanda su cosa sia la poesia; Francesco Sole no, non ha dubbi, per lui la poesia è un hashtag: «#poesie» è il sottotitol­o della raccolta Ti voglio bene, che segue i post-it in forma di libro Stati d’animo su fogli di carta e il romanzo inconsolab­ile Mollato cronico. Le #poesie sono ispirate dalla fidanzata di Sole, la Youtuber Sofia Viscardi. Nato a Modena 25 anni fa, Sole (Gabriele Dotti), grazie a video come L’amore ai tempi di Whatsapp, è diventato così famoso che, per l’Ice bucket challenge nel 2014 (quando ha affiancato Belén in tv per Tu si que vales), fu nominato da Maria De Filippi; lui nominò il proprio agente, Francesco Facchinett­i (il cui album d’esordio fu Bella di padella) il quale nominò Renzi... Sarà vera #gloria? Per Sole sì, di fama imperitura ha parlato al festival modenese di Filosofia. In Rete Francesco Sole Ma torniamo a Ti voglio bene, per gli amici TVB: è il peggior libro italiano di #poesie del nuovo millennio. Brutte? Magari, sono sciatte. Pubblicate da Mondadori dove, solo due anni fa, veniva data per morta la collana di poesia Lo Specchio; ma qui fa da stamperia, mettendo a frutto il successo social delle #poesie di Sole, da milioni di visualizza­zioni su Facebook. Milioni di clic non renderanno certo questi testi più coinvolgen­ti del bugiardino di un farmaco, che almeno dà il brivido del pericolo; o delle scritte sulle targhe degli ascensori, che leggiamo per sottrarci all’imbarazzan­te silenzio. Sentite la banalità elvetica: «Anche stasera / puntuale come un orologio svizzero / arriva l’ora in cui mi manchi». O l’amore ladro: «I tuoi occhi mi hanno fregato / Sì, quel paio di occhi / in cui dentro vedo di tutto».

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