LE TORRI DI MARGHERA DEMOLITE (CON FATICA) IL SIMBOLO DI ERRORI E INCOGNITE INDUSTRIALI
Alla fine c’è voluto l’intervento del Genio Guastatori dell’Esercito per buttar giù una delle due torri dell’ex stabilimento chimico Vinyls di Marghera. La prevista demolizione dei giorni scorsi, infatti, aveva fatto flop. Sette cariche di modello spagnolo che avrebbero dovuto radere al suolo le torri non erano riuscite nell’obiettivo e ieri le operazioni sono riprese con una sorta di staffetta privato-pubblico. Dove l’azzeramento non era riuscito a una ditta specializzata si è fatto valere l’Esercito della Repubblica italiana. Al di là della cronaca della demolizione l’episodio si è caricato inevitabilmente di valenze simboliche: l’ostinata resistenza delle torri della Vinyls a Porto Marghera è diventata la metafora del Novecento «ciminiere e ruggine» che non vuole scomparire, almeno con quelle modalità. L’area di Marghera negli anni Settanta dava lavoro ad oltre 35 mila persone, oggi ne sono rimaste 10 mila ma soprattutto con la demolizione della Vinyls — fuori produzione dal 2013 — si sta compiendo l’ultimo atto della chimica pesante italiana. Una storia costellata di occasioni perdute e di errori commessi, purtroppo non solo in Veneto. Ci sono dentro i fallimenti dello Stato imprenditore, le miserie di una mediocre industria privata, i disastri ambientali e le tante vittime innocenti. La chimica italiana ha da tempo rinunciato alla sua grandeur e sono nate nel frattempo altre e fortunate avventure imprenditoriali, che hanno saputo costruire il loro modello di business più vicino al mercato, attorno ai prodotti della chimica leggera. Sono multinazionali tascabili che come tante medie imprese di altri settori rappresentano la parte più vitale del made in Italy. Del resto alla carenza di colossi industriali, volenti o nolenti abbiamo fatto il callo. Marghera, oltre la vicenda delle torri, continua però ad assomigliare a un personaggio in cerca d’autore: nell’area c’è ancora la cantieristica e sono partiti esperimenti di terziario innovativo, non è ancora chiara però la missione. Un rebus che non può risolvere l’Esercito.