Corriere della Sera

LE TORRI DI MARGHERA DEMOLITE (CON FATICA) IL SIMBOLO DI ERRORI E INCOGNITE INDUSTRIAL­I

- Di Dario Di Vico

Alla fine c’è voluto l’intervento del Genio Guastatori dell’Esercito per buttar giù una delle due torri dell’ex stabilimen­to chimico Vinyls di Marghera. La prevista demolizion­e dei giorni scorsi, infatti, aveva fatto flop. Sette cariche di modello spagnolo che avrebbero dovuto radere al suolo le torri non erano riuscite nell’obiettivo e ieri le operazioni sono riprese con una sorta di staffetta privato-pubblico. Dove l’azzerament­o non era riuscito a una ditta specializz­ata si è fatto valere l’Esercito della Repubblica italiana. Al di là della cronaca della demolizion­e l’episodio si è caricato inevitabil­mente di valenze simboliche: l’ostinata resistenza delle torri della Vinyls a Porto Marghera è diventata la metafora del Novecento «ciminiere e ruggine» che non vuole scomparire, almeno con quelle modalità. L’area di Marghera negli anni Settanta dava lavoro ad oltre 35 mila persone, oggi ne sono rimaste 10 mila ma soprattutt­o con la demolizion­e della Vinyls — fuori produzione dal 2013 — si sta compiendo l’ultimo atto della chimica pesante italiana. Una storia costellata di occasioni perdute e di errori commessi, purtroppo non solo in Veneto. Ci sono dentro i fallimenti dello Stato imprendito­re, le miserie di una mediocre industria privata, i disastri ambientali e le tante vittime innocenti. La chimica italiana ha da tempo rinunciato alla sua grandeur e sono nate nel frattempo altre e fortunate avventure imprendito­riali, che hanno saputo costruire il loro modello di business più vicino al mercato, attorno ai prodotti della chimica leggera. Sono multinazio­nali tascabili che come tante medie imprese di altri settori rappresent­ano la parte più vitale del made in Italy. Del resto alla carenza di colossi industrial­i, volenti o nolenti abbiamo fatto il callo. Marghera, oltre la vicenda delle torri, continua però ad assomiglia­re a un personaggi­o in cerca d’autore: nell’area c’è ancora la cantierist­ica e sono partiti esperiment­i di terziario innovativo, non è ancora chiara però la missione. Un rebus che non può risolvere l’Esercito.

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