Corriere della Sera

Fabio credici, l’Izoard ti aspetta

- Di Paolo Tomaselli

Fabio Aru può vincere il Tour? La risposta è sì. Ed è banale. Perché quattro corridori in 29’’ a 6 tappe dalla fine non si erano mai visti in Francia. E l’equilibrio aumenta la speranza. Adesso sono rimaste due tappe chiave di montagna, seguite da una crono, né troppo lunga (22 km) né troppo piatta: gli scalatori puri come Aru e Bardet partono però con un minuto sul groppone. Se vogliono il Tour devono domare il Galibier mercoledì e soprattutt­o l’Izoard, che giovedì per la prima volta nella storia sarà traguardo di tappa: la casse deserte, col suo aspetto lunare, è il luogo reso mitico da Coppi e Bobet. Lassù, nel luogo forse più evocativo di tutto il ciclismo, i due corridori sono ricordati da una stele. Oggi ci sono ancora un italiano e un francese a far sognare: sfidano Froome, il favorito. Ma per la prima volta l’inglese di Nairobi non sembra imbattibil­e. Però bisogna crederci, per non lasciare che sia la crono a decidere tutto. Monsieur Izoard vuole che vinca uno scalatore. E quando la strada diventa verticale, Aru ha la fame, la gamba e la lucida follia per non deluderlo.

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