Corriere della Sera

Hamilton trionfa in solitaria La Ferrari scoppia alla fine

- Daniele Sparisci

Poker servito, non c’è stato nemmeno bisogno di bluffare. Lewis Hamilton re d’Inghilterr­a per il quarto anno di fila, quinta vittoria nella gara di casa come Jim Clark e Alain Prost. Fuga solitaria con dedica toccante a due amici sfortunati: a Billy Monger, diciottenn­e rimasto senza gambe dopo un terribile incidente in Formula 4, e al giovane Michael, «che lotta contro il cancro ed è arriGps vato dal Sudafrica per vedermi». Poi il selfie d’ordinanza sul podio con il compagno Valtteri Bottas, protagonis­ta di una furiosa rimonta dal nono posto per la doppietta argentata.La Ferrari è letteralme­nte scoppiata nel finale dopo 51 giri con il fiatone. Due podi nelle ultime quattro gare, diciannove punti persi per strada da Sebastian Vettel in un colpo solo (Hamilton ora è -1) e 55 di distacco nel Mondiale costruttor­i. Da cacciatric­e spietata, la Rossa è diventata preda di una Mercedes affamatiss­ima. Che fine ha fatto la macchina da guerra della «coop» BinottoArr­ivabene? Dalla trasferta a casa del «nemico» è uscita con le ossa ammaccate e con tanti dubbi.

Che qui sarebbe stata una prova di sofferenza lo si era capito dall’inizio, ma nemmeno i più pessimisti potevano immaginare un bottino così pieno per gli argentati e un finale così atroce per i rossi. Un cocktail indigesto condito da ingredient­i infelici: gli aggiorname­nti non all’altezza, il nuovo motore incapace di tenere testa a quello evoluto della Mercedes; le grane in qualifica con il A un passo Bagno di folla per Lewis Hamilton, 32 anni, dopo la vittoria a Silverston­e. Per il pilota della Mercedes è il 4° successo stagionale: ora è secondo a un solo punto da Vettel siamo nel campo delle ipotesi. «Non credo che sia stata colpa dei detriti» ha detto Vettel. E nemmeno della «spiattella­ta» nei minuti finali, quando ha provato a difendersi dall’attacco di Bottas. Alla Ferrari difendono la strategia e sostengono che tutti i parametri erano nella norma prima delle rotture. È altrettant­o vero che il circuito britannico è un banco di prova infernale per le mescole, anche se è stata la Rossa ad avere i problemi maggiori: le nuove macchine hanno girato 5” più veloci di quell’anno scorso, un’enormità. Certe curve sono poi state affrontate come rettilinei — la seconda delle Becketts si prende a gas spalancato a 290 all’ora —, e Seb era stato fra i primi a fermarsi al 18° giro, anticipand­o il pit stop per liberarsi di Verstappen che non era riuscito a passare in pista. «È stata una gara difficile fin dal via, ma mi rifarò presto» promette il leader del Mondiale. La testa è già a Budapest.

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