Hamilton trionfa in solitaria La Ferrari scoppia alla fine
Poker servito, non c’è stato nemmeno bisogno di bluffare. Lewis Hamilton re d’Inghilterra per il quarto anno di fila, quinta vittoria nella gara di casa come Jim Clark e Alain Prost. Fuga solitaria con dedica toccante a due amici sfortunati: a Billy Monger, diciottenne rimasto senza gambe dopo un terribile incidente in Formula 4, e al giovane Michael, «che lotta contro il cancro ed è arriGps vato dal Sudafrica per vedermi». Poi il selfie d’ordinanza sul podio con il compagno Valtteri Bottas, protagonista di una furiosa rimonta dal nono posto per la doppietta argentata.La Ferrari è letteralmente scoppiata nel finale dopo 51 giri con il fiatone. Due podi nelle ultime quattro gare, diciannove punti persi per strada da Sebastian Vettel in un colpo solo (Hamilton ora è -1) e 55 di distacco nel Mondiale costruttori. Da cacciatrice spietata, la Rossa è diventata preda di una Mercedes affamatissima. Che fine ha fatto la macchina da guerra della «coop» BinottoArrivabene? Dalla trasferta a casa del «nemico» è uscita con le ossa ammaccate e con tanti dubbi.
Che qui sarebbe stata una prova di sofferenza lo si era capito dall’inizio, ma nemmeno i più pessimisti potevano immaginare un bottino così pieno per gli argentati e un finale così atroce per i rossi. Un cocktail indigesto condito da ingredienti infelici: gli aggiornamenti non all’altezza, il nuovo motore incapace di tenere testa a quello evoluto della Mercedes; le grane in qualifica con il A un passo Bagno di folla per Lewis Hamilton, 32 anni, dopo la vittoria a Silverstone. Per il pilota della Mercedes è il 4° successo stagionale: ora è secondo a un solo punto da Vettel siamo nel campo delle ipotesi. «Non credo che sia stata colpa dei detriti» ha detto Vettel. E nemmeno della «spiattellata» nei minuti finali, quando ha provato a difendersi dall’attacco di Bottas. Alla Ferrari difendono la strategia e sostengono che tutti i parametri erano nella norma prima delle rotture. È altrettanto vero che il circuito britannico è un banco di prova infernale per le mescole, anche se è stata la Rossa ad avere i problemi maggiori: le nuove macchine hanno girato 5” più veloci di quell’anno scorso, un’enormità. Certe curve sono poi state affrontate come rettilinei — la seconda delle Becketts si prende a gas spalancato a 290 all’ora —, e Seb era stato fra i primi a fermarsi al 18° giro, anticipando il pit stop per liberarsi di Verstappen che non era riuscito a passare in pista. «È stata una gara difficile fin dal via, ma mi rifarò presto» promette il leader del Mondiale. La testa è già a Budapest.