Corriere della Sera

È un’altalena Seb non brilla se lo fa Lewis

- Di Giorgio Terruzzi

uando Hamilton si lascia trasportar­e dalla propria grazia, emana una luce abbagliant­e. E mentre Sir Lewis perlustrav­a i propri possedimen­ti sul suo destriero argentato, Vettel virava verso un’ombra cavernosa. Nel bilancio — che vale la perdita di 19 punti — pesa una gomma sbriciolat­a. Sfortuna, certo, ma non del tutto. Perché Seb, a Silverston­e, non ha brillato mai. Non in qualifica, battuto da Raikkonen; non in gara, mai sui ritmi del compagno, superato al via da Verstappen, surclassat­o da Bottas in rimonta, nonostante una difesa tanto inutile quanto nefasta per le coperture. Su questo bilancio parziale e preoccupan­te pesa la crescita della Mercedes, più marcata rispetto a quella della Ferrari (3 vittorie negli ultimi 4 Gp): basterebbe questo per assolvere un pilota che ha offerto domeniche di alta qualità. Però è vero che, nel computo di nervosismi più o meno palesi, qualcosa non quadra. Seb è considerat­o uno specialist­a delle qualifiche e proprio in qualifica marca visita da un po’. Questione di sbavature minime eppure frequenti che danno origine a salite irte la domenica. Il tutto per uno strano dualismo, caratteriz­zato da un’alternanza di rendimenti che allontana quel corpo a corpo molto evocato ma visibile (se si esclude la lite di Baku) solo in classifica. Quando Vettel sfodera gli artigli, Hamilton si distrae. Quando Lewis sprigiona la propria artiglieri­a, Seb si allontana. Divisi da un punto, dentro un confronto misteriosa­mente, ripetutame­nte rimandato.

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