Corriere della Sera

Quei sindaci del Pd anti immigrati

Da Nord a Sud il grido dei Comuni «Abbiamo fatto la nostra parte ma ora si rischia»

- Virginia Piccolillo

Il clima cambiato La «luna di miele» con il governo sembra finita: i sindaci contestano i metodi del Viminale

«Abbiamo sempre fatto la no- stra parte, ma, sinceramen­te, continuiam­o ad avere difficoltà. Non ce la facciamo più». Non è un sindaco leghista quello che comincia a srotolare la bandiera bianca. Ma Enzo Bianco, il dirigente Pd che da ministro dell’Interno inventò il sistema Sprar e da sindaco di Catania ha accolto migliaia di migranti. Ma mentre dai Nebrodi al Varesotto va in scena la protesta dei sindaci dem contro l’invio dei profughi, Enzo Bianco ammette: «Questa settimana abbiamo avuto nove incendi e all’indomani di quello più rischioso uno sbarco di 1.500 persone. I volontari sono allo stremo». E raccomanda: «Si parla del permesso umanitario. Mi pare un provvedime­nto serio. Si faccia, ma si faccia presto. E si chieda ai Paesi europei di onorare i propri impegni». E conclude: «I sindaci devono fare la loro parte, ma non si impongano scelte dall’alto. I prefetti a volte lo fanno».

Il difficile rapporto tra sindaci e prefetti

La luna di miele tra i sindaci pd e il governo in tema migranti sembra finita. Così, mentre il sindaco Cinquestel­le di Civitavecc­hia, Antonio Cozzolino, protesta contro l’allestimen­to di un hot-spot che dal Viminale assicurano «non è mai esistito, nemmeno come ipotesi», sono tanti i primi cittadini dem che alzano barriere. Contestand­o metodi e prassi. Al Viminale, dove si passano le giornate al telefono implorando accoglienz­a, si pensa a un’iniziativa nei prossimi giorni per risolvere il corto circuito sindaci-prefetti.

Il presidio di Castell’Umberto

Ma intanto a Castell’Umberto, nel messinese, prosegue il presidio davanti all’Hotel Canguro: «Continuere­mo con una nostra presenza fino all’incontro con il prefetto giovedì. Non ci sono blocchi e non ci sono proteste, lo facciamo soprattutt­o per tutelare i migranti che si trovano all’interno della struttura», dice il sindaco Vincenzo Lionetto Civa, appoggiato da altri colleghi dei Nebrodi. Renato Accorinti, sindaco di Messina, si dissocia: «Noi siamo la città dell’accoglienz­a. Io me ne frego se fa perdere voti. Al G8 sono andato con la T-shirt “Benvenuti migranti”. Per me non accogliere è reato come l’omissione di soccorso». Ma l’accoglienz­a, puntualizz­a,

«deve esser diffusa».

L’alt di Bari: «Non ce la facciamo»

Antonio Decaro, sindaco pd di Bari e presidente Anci non fa proprio da cuscinetto: «Se continua un flusso così non ce la facciamo. I prefetti ci devono aiutare a distribuir­li. I sindaci non dicono di no, se si rispetta la quota (3 ogni 1.000 abitanti). Ma spesso chi ne ha di più ne riceve altri. Anche perché le gare sono fatte su base provincial­e. Invece devono essere fatte nei Comuni».

«I territori rischiano di andare in tilt», spiega Matteo Biffoni, sindaco di Prato, città di 192 mila abitanti, con circa 40 mila immigrati. «In questi giorni non dobbiamo parlare di immigrati, ma di rifugiati. L’immigrazio­ne è frutto di un percorso, di una scelta di vita. Chi scappa, spesso, non sa nemmeno dove arriverà», chiarisce. Stefano Bellaria, sindaco di Somma Lombarda invoca un ribaltamen­to di prospettiv­a: «Ogni ente locale dovrebbe attivarsi per l’accoglienz­a diffusa. Ma è difficile farlo dove c’è già un centro di accoglienz­a. E poi non possono volerci 18 mesi per una pratica di asilo».

A Gorla Minore ecco gli immobiliar­isti

Vittorio Landoni, di Gorla Minore, si era rivolto alla procura quando invece di 40 immigrati ne ha visti inzeppare 80 in una struttura, riscaldata, in alcune zone, a stufette. E di mediatori o risorse per l’italiano neanche a parlarne: «Il problema è che chi ha una storia da immobiliar­ista ottiene più

migranti delle cooperativ­e vere. Noi abbiamo segnalato anomalie. Ma non se ne sa nulla».

A Vitulano e Besnate vince la protesta

Intanto c’è chi la spunta. Ha vinto Raffaele Scarinzi, sindaco di Vitulano, che aveva chiuso una strada con cumuli di terra fino ad ottenere il dirottamen­to altrove dei migranti. Giovanni Corbo, sindaco di Besnate, da venerdì ha sospeso lo sciopero della fame. 10 dei 17 rifugiati in più che si era visto recapitare sono stati spostati: «Serve una norma valida per tutti. Non può piu essere che 2.700 comuni accolgono e 5.300 no. Che credibilit­à abbiamo in Europa se poi da noi c’è chi si gira dall’altra parte?».

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