Corriere della Sera

L’OFFENSIVA DEL MOVIMENTO TRA SICILIA E VOTO POLITICO

- Di Massimo Franco

La vera campagna elettorale per le elezioni di novembre in Sicilia è cominciata ieri. E ha tutta l’aria di essere impostata su temi che dominerann­o anche quella politica nazionale nel 2018. L’offensiva del Movimento 5 Stelle sull’abolizione dei vitalizi agli ex parlamenta­ri e contro l’immigrazio­ne clandestin­a offre a Beppe Grillo un vantaggio facile e discutibil­e. E non soltanto perché sono temi «popolari», fomentati dalla paura e dallo scontento sociale. A dare una mano alla propaganda grillina è anche la difficoltà degli avversari, e in prima battuta della sinistra, a offrire una narrativa in grado di opporsi alla sua.

Tuonare contro i vitalizi, siano quelli di ex deputati e senatori, o degli ex membri dell’Assemblea siciliana, è un filone redditizio. Si mescolano situazioni di oggettivo diritto e privilegi odiosi, sulle quali fare propaganda è un gioco. La sorpresa è che di fronte ai toni demagogici dei Cinque Stelle, partiti di governo come il Pd non oppongono una strategia alternativ­a, in grado di far capire correttame­nte la questione. La sensazione è che si limitino a contrappor­re una sorta di demagogia a piccole dosi, difensiva. Ma così si condannano a inseguire Grillo, più che a smentirlo.

Il vicepresid­ente della Camera, e probabile candidato premier del M5S, Luigi Di Maio, è stato il primo a ripartire. Dopo la marcia indietro del Pd sullo ius soli, la cittadinan­za ai minori stranieri, ha rilanciato subito l’altro tema. Ha promesso che se il Movimento vincerà le regionali in Sicilia il 6 novembre, «sicurament­e uno dei primi provvedime­nti sarà l’abolizione del vitalizio ai parlamenta­ri dell’Assemblea regionale. I nostri consiglier­i ci hanno già rinunciato». E di rimbalzo ha allargato lo scontro al Parlamento di Roma.

Di Maio ha letto una lista dei «privilegia­ti», inserendo nomi di grido e perfino un parlamenta­re scomparso. E si è scagliato contro i partiti che non farebbero nulla per rimediare. La risposta del Pd è arrivata in poche ore. Ma avallando di fatto la richiesta di «giustizia» di Di Maio. Il capogruppo Ettore Rosato, ha garantito «un’altra soluzione per portare a conclusion­e la vicenda dei vitalizi. Di Maio è interessat­o alla polemica, noi siamo interessat­i a trovare una soluzione». Si tratta di un botta e risposta che finisce per favorire i Cinque Stelle e legittima il loro polverone: si discuta di vitalizi o di immigrati.

Il risultato è di scontentar­e anche una parte del Pd. La rivolta dei sindaci contro la ricollocaz­ione dei migranti nei Comuni è emblematic­a. Mostra uno scontento trasversal­e, che accomuna destra e sinistra. E crea una frattura tra enti locali e prefetture, che rappresent­ano lo Stato: in particolar­e a Sud. La Sicilia promette di essere il laboratori­o della ripresa o del collasso del Pd anche per questo. La «lista dei territori» che sta mettendo su il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, è guardata con sospetto dai dem. Forse perché ricorda un po’ l’alleanza additata da tempo da Romano Prodi; e respinta dal Pd renziano.

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