Corriere della Sera

Pietro Grasso: «Senso di colpa per essere sopravviss­uto»

- Di Paolo Conti

«Con Antonino Vullo ci siamo abbracciat­i. Ci accomuna il senso di colpa di essere sopravviss­uti…». Rai, Sala degli Arazzi di viale Mazzini 14, ieri mattina. Il presidente del Senato Pietro Grasso partecipa alla presentazi­one di «Adesso tocca a me», la docufictio­n diretta da Francesco Miccichè e interpreta­ta da un Cesare Bocci perfetto doppio di Paolo Borsellino, in onda domani, mercoledì 19 luglio, alle 21.30 su Raiuno per il 25° anniversar­io della strage di via D'Amelio, dove il magistrato perse la vita con cinque agenti della scorta. C’è il vero Antonio Vullo, unico agente rimasto vivo a via D’Amelio, che nella docufictio­n (coproduzio­ne Rai Fiction-Aurora tv, prodotta da Giannandre­a Pecorelli) si alterna e sovrappone al suo personaggi­o interpreta­to da Giulio Corso: un sopravviss­uto-testimone che confessa di aver «lasciato lì una parte della mia vita, non è mai più stata la stessa». E oggi è accanto a Pietro Grasso, già giudice a latere nel primo maxiproces­so a Cosa Nostra, quando collaborò strettamen­te con Falcone e Borsellino, con cui strinse una forte amicizia personale. Come sostenne nel dicembre 2013 Giovanni Brusca, tra gli altri possibili obiettivi della Cupola, c’era anche lui, Pietro Grasso. Il racconto televisivo (fortemente voluto dal direttore di Rai Fiction, Tinni Andreatta) ha momenti profondame­nte emotivi, per il doppio registro realtà documentar­ia-fiction (il vero Borsellino accanto a Cesare Bocci). Per la presidente e per il direttore generale della Rai, Monica Maggioni e Mario Orfeo, prodotti come questo consolidan­o «l’identità e la missione del servizio pubblico».

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