Corriere della Sera

Il sindaco di La Spezia, lo scrittore Cognetti e i potenti del mondo «In ufficio non è un disturbo: può avere effetti distensivi»

- Leonard Berberi

Quelli di Vladimir Putin hanno una pagina su Wikipedia e una presenza continua attorno alla scrivania del presidente russo. Quelli degli inquilini della Casa Bianca persino un «museo» con l’elenco dal 1789 ad oggi, anche se Donald Trump non ha ancora deciso chi portarsi nello Studio Ovale. I più famosi Bo e Sunny hanno messo in ombra il loro padrone, Barack Obama. Quello di Paolo Cognetti, vincitore dello Strega 2017, è finito nel mezzo della sfida tra lo scrittore e la «rivale» Teresa Ciabatti.

Per tutti loro il 23 giugno c’è la Giornata mondiale dei cani in ufficio. Anche se Pierluigi Peracchini, da poche settimane sindaco (di centrodest­ra) di La Spezia, potrebbe fare a meno di celebrarla: il suo Bucky, collie di un anno, oltre a comparire col muso nella photo opportunit­y mentre Peracchini vota, da sabato spunta sotto la sua scrivania. «Ho deciso di portarlo soprattutt­o il fine settimana», racconta al Corriere. Bucky arriva dopo Dodo (hanno la stessa madre) e Dream. «Ogni giorno mi abbraccia con le sue zampe, vuole essere lì mentre mi faccio la barba la mattina. Lo porto anche in chiesa», continua il sindaco.

Quando nelle foto su Facebook c’è anche lui, Bucky, i «mi piace» schizzano. Peracchini, lo ammetta, ha usato il cane per fini elettorali? Ride. «No, questo non è mai successo». Il primo cittadino ha anche un pony (Matilde) e due oche. Lascerà che anche gli altri dipendenti si portino al lavoro l’animale? «Perché no? Per gli ambienti non aperti al pubblico si potrebbe fare, ma devo studiarmi le norme».

Distension­e che non s’è vista durante uno dei più famosi premi letterari d’Europa: lo Strega. Dove Lucky — «mezzo border collie, l’altra metà non so perché il padre è ignoto» — del vincitore Paolo Cognetti, è diventato oggetto di attenzioni della concorrent­e Teresa Ciabatti. «Il Nemico (come chiama Cognetti, ndr) porta il suo cane agli incontri — ha scritto lei sul Corriere —. Va bene è buono... ma rappresent­a comunque un disturbo, non è giusto, comincio a protestare io. Di più: cerco di sobillare gli altri candidati contro il cane. Se dovesse mordere qualcuno? Così nel gruppo, grazie a me, si diffonde l’insofferen­za per l’animale che culmina in una richiesta esplicita alla casa editrice del Nemico: il cane non «Mentre scrivo mi aiuta a concentrar­mi di più, perché so che lui mi reclama e mi aspetta»

I potenti Il premio Strega

può più venire».

Cognetti, nel ricordargl­i la vicenda, sorride. «Io e Lucky viviamo in simbiosi», sintetizza. «Ieri l’ho portato all’incontro con il sindaco di Milano, Beppe Sala, a Palazzo Marino. È nato cinque anni fa in montagna, doveva badare a non perdersi nemmeno una mucca e invece era lui che scappava sempre. Così l’hanno dato a me e con lui trascorro metà anno in città e l’altra metà in montagna».

L’ufficio di Cognetti è qualsiasi punto dove scrivere. «Quando sono impegnato viene a disturbare, vuole attenzioni, chiede di giocare». Può sembrare un aspetto negativo. «Invece aiuta a concentrar­mi di più, a fare in fretta con il lavoro perché c’è lui che mi aspetta». Lo considera un punto di forza, cosa notata dalla Ciabatti. «Anche la solitudine con lui è diversa».

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