Schillaci, l’italiano della Nissan che guida l’auto elettrica «Rivoluzione appena iniziata»
I costruttori automobilistici si stanno impegnando nella battaglia dell’auto elettrica, una corsa sfrenata che conduce a nuove energie. È il mercato dell’avvenire affollato di nomi storici (Bmw, General Motors, Peugeot, Citroën, Volkswagen, Mercedes) e da nuove comparse come la californiana Tesla o le orientali Byd e Faraday Future (di origine americana ma finanziata interamente da un cinese) che producono solo vetture a zero emissioni. Due case possono essere considerate capostipiti di questa inversione di tendenza della mobilità individuale, entrambe giapponesi: Toyota che da oltre 20 anni si è specializzata nei motori ibridi, ottenendo un risultato commerciale incredibile con la Prius, che dal 1997 ha venduto oltre tre milioni di pezzi. Nel 2016 è stata creata una divisione dedicata interamente allo sviluppo dell’elettrico e la prima berlina prodotta in serie dovrebbe uscire nel 2020 in Giappone, Cina e California.
L’alleanza Renault/Nissan è stata la vera pioniera della nuova frontiera, con due modelli, Zoe e Leaf, che hanno una sola origine. Daniele Schillaci, il primo manager italiano sbarcato a Yokohama, alle porte di Tokyo, nell’impero di Nissan, oggi è il numero due nel mondo del colosso nipponico. Ingegnere, laureato al Politecnico di Milano, nominato da Carlos Ghosn, nel giugno 2015 vicepresidente esecutivo vendite e marketing e direttore dei veicoli elettrici di Nissan, ha analizzato la situazione odierna: «Giriamo a velocità sempre più sostenuta, il nostro futuro non può rimandare l’attenzione all’ambiente, stiamo cercando di dare riposte a questo cambiamento e di far percepire ai clienti che la nostra tecnologia è sicura e pulita. Devono darci fiducia, la rivoluzione è già in atto, è un pilastro nell’avvenire del globo». Schillaci ha precisato che «diversi settori, non solo nel campo automobilistico, sono intervenuti per sostituirne altri, grazie ad un valore aggiunto che rende la vita migliore. Uno di questi è l’auto elettrica che conserva anche il piacere della guida, esaltato da un’accelerazione accresciuta». Il manager non ha la sfera di cristallo. Inutile chiedere tempi e numeri. Schillaci si limita a esprimere una convinzione: «I prossimi sei anni vedranno più metamorfosi nel settore che negli ultimi trenta».
A questo punto è normale chiedersi che cosa sarà necessario fare per incrementare la diffusione dei veicoli a zero emissioni, «gli incentivi governativi possono indubbiamente accelerare il processo di sviluppo — sottolinea Schillaci — come è avvenuto in alcuni Paesi del Nord Europa, in Norvegia o in Inghilterra, ad esempio, dove sono stati stanziati fondi importanti che hanno promosso gli acquisti. Abbiamo iniziato con i veicoli commerciali leggeri, che senza aiuti statali si stanno diffondendo a macchia d’olio all’interno dei centri cittadini. Non pagano nessun ingresso, possono consegnare la merce senza imposizioni di orari, non essendo rumorosi. Inoltre sono affidabili e poco costosi come manutenzione». Il prossimo passaggio sarà legato alla guida automatica: «all’inizio del 2018 — annuncia il manager — arriverà sui mercati la nuova Leaf dotata del sistema proPilot che consente di viaggiare autonomamente, in colonna, riesce a fermare l’auto e a farla ripartire, in funzione delle condizioni della viabilità. È il primo esempio della nostra strategia Intelligent Mobility che contempla un’auto che si guida da sola, in modo elettrico, è connessa con le vetture che la circondano, può dialogare con tutti».
L’autonomia ridotta e la scarsa diffusione delle colonnine di ricarica continuano a rappresentare un ostacolo alla scelta dell’alimentazione elettrica. «Dobbiamo aumentare l’autonomia oltre i 300 km — osserva Schillaci —, le infrastrutture rimangono un fattore determinante, come la possibilità di ricaricare, in tempi rapidi, la nostra auto. Le macchine a benzina o diesel senza le stazioni di rifornimento potrebbero circolare? Stiamo lavorando con le amministrazioni di diverse nazioni per determinare una maggiore distribuzione della rete di ricarica nelle maggiori arterie europee. Il potenziale rimane fortissimo, il pubblico inizia ad essere coinvolto in questa grande trasformazione».