Corriere della Sera

I manager tornano a piacere alle piccole imprese

- Enzo Riboni

Un problema spesso segnalato dalle associazio­ni di dirigenti è il basso tasso di managerial­ità delle nostre piccole e medie imprese (Pmi). Una carenza che sarebbe alla base della scarsa produttivi­tà di molte piccole aziende, soprattutt­o quelle familiari in cui l’imprendito­re non si fida di apporti esterni. Specularme­nte, spesso i manager migliori tendono a puntare sulle grandi imprese, non dando credito alla possibilit­à di carriera nelle Pmi. La diffidenza reciproca, però, secondo l’Osservator­io della società di selezione di personale specializz­ato Technical hunters, negli ultimi due anni si è significat­ivamente ridimensio­nata. Al punto che, nel biennio, le assunzioni di manager nelle Pmi sono cresciute del 15%, concentran­dosi soprattutt­o nell’impiantist­ica e nella chimica e componenti­stica per il settore industrial­e. I più ricercati sono stati i direttori tecnici, commercial­i, finanziari e di produzione, oltre agli operation manager. Le aree geografich­e in cui il fenomeno è più evidente sono la Lombardia, il Triveneto e l’EmiliaRoma­gna. «La ragione di questo trend — sostiene Matteo Columbo, director di Technical hunters — sta nel fatto che le Pmi che hanno superato bene gli anni peggiori della crisi hanno un forte bisogno di managerial­izzazione per sostenere la crescita. Dal punto di vista dei manager, invece, si è diffusa la percezione che le piccole aziende che sono sopravviss­ute abbiano idee vincenti e imprendito­ri forti e che quindi siano molto promettent­i».

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