Corriere della Sera

Quell’urlo d’oro di Giorgio & Manila nasce a Lampedusa e diventa mondiale

«Un’impresa epica, la vittoria del sentimento»

- Alessandro Pasini

«Dimmi che è vero», domanda Manila come in quella canzone. «Sì, è vero!», risponde Giorgio dandosi un pizzicotto. È proprio vero che la Capitana e Sincroman hanno vinto l’oro del duo misto tecnico, il primo di sempre del nuoto sincronizz­ato italiano ai Mondiali. È vero che hanno battuto quattro monumenti: i russi Mikhaela Kalancha e Alexandr Maltsev, secondi di un niente e furiosi dietro il sorriso plasticato di circostanz­a, e gli americani Kanako Spendlove e Bill May, il 38enne pioniere del sincro maschile. Ed è vero che hanno fatto tutto guarnendo la tecnica e l’atletismo mostruosi, frutto di nove ore di lavoro giornalier­o, con una rappresent­azione potente e simbolica, quella che ha davvero fatto la differenza.

Là dove gli altri hanno scelto la Carmen di Bizet (i russi) o il rock’n’roll di Cris Isaak (gli americani), Manila Flamini e Giorgio Minisini si sono sincronizz­ati sulla musica evocativa del compositor­e Michele

Yves Confalonie­ri, responsabi­le dei contenuti televisivi di Mediaset Premium, presenta la stagione iniziando dalle precisazio­ni: «Ho letto false notizie, fake news, su Sandro Piccinini e Maurizio Pistocchi. Mediaset non ha mai licenziato un giornalist­a: Piccinini sarà la voce della Champions su Canale 5 e Pistocchi cambierà ruolo ma resterà in Mediaset». Poi passa ai numeri: «Nonostante le voci che girano, siamo in crescita, i dati ci confortano. Non siamo in disarmo, ma più vivi che mai». Alberto Brandi, Braga e la coreografi­a di Anastasija Ermakova dedicata al dramma della migrazione del Mediterran­eo. «Lo sport non dev’essere fine a se stesso — ci aveva raccontato Giorgio alla vigilia —: chi ha un po’ di visibilità deve sfruttarla per lanciare messaggi importante». Detto e fatto. I profughi Giorgio e Manila entrano sul bordo vasca, lui si accorge che lei non ce l’ha fatta a raggiunger­e la riva, ritorna, la solleva in braccio e grida di dolore. È «l’urlo da Lampedusa» che dà il titolo all’esercizio, ipnotizza pubblico e giudici e carica i ragazzi a pallettoni: «Dentro ci ho messo tutte le ansie dell’attesa», confesserà dopo Sincroman.

Da lì, dopo il tuffo, parte un esercizio perfetto che inscena il prequel di quell’urlo. Ora l’argento è sicuro, ma c’è ancora la routine dei russi: bellissima pure quella. Vuoi vedere che le antiche gerarchie dure a morire reggono anche stavolta? «Quando ho visto sul tabellone 90 anche per loro mi si è gelato direttore di Premium, conferma: «Da oggi (con il Milan di Montella, foto, contro il Borussia Dortmund e Napoli-Carpi, ndr) al 27 agosto trasmetter­emo 110/115 partite, se questo è essere in disarmo... Iniziamo una nuova stagione che si concluderà il 26 maggio con la finale di Champions di Kiev. Dirette e informazio­ne, almeno 13 ore al giorno». Ci saranno volti nuovi e giovani, un taglio diverso ai commenti della domenica sera, non più e non solo sul posticipo, ma sul week end e nessuna intenzione di il sangue — sorride Giorgio —. Poi ho visto i decimali (263 contro i 297 italiani, ndr) e sono impazzito».

Tra lacrime e inno di Mameli cantato con molta meno sincronia che in acqua, è subito chiaro che qui si è fatta la storia: «Un’impresa epica, la vittoria del sentimento: nessuno ha la nostra complicità», dice Manila. Ventinove anni, «di Velletri solo perché mia zia era ostetrica lì, io dopo tre giorni ero a Roma...», tesserata per le Fiamme Oro come Giorgio, sposata con Marco, ex nuotatore, viene definita dal c.t. Patrizia Giallombar­do «una tigre». Due anni fa ha accolto Giorgio per questa nuova e misteriosa avventura mista ed ecco il risultato, dopo il bronzo del 2015 e l’argento europeo del 2016.

La conquista per Minisini — lui sì romano de Roma, 21enne atleta pazzesco passato per il taekwondo e la pallanuoto prima di seguire per sempre la vocazione nata a 6 anni quando vide proprio May in acqua al Foro Italico — è anche ideologica e sconfigge i pregiudizi e i risolini che avevano accompagna­to il suo ingresso in un contesto solo femminile. «Le parole al vento non mi toccano», ha sempre detto sicuro di sé, e ora magari se la riderà di chi è già salito sul carro del sincronett­o socialment­e impegnato. Un riso forte come il suo urlo, ma breve: venerdì e sabato Sincroman ha l’esercizio libero con Mariangela Perrupato. Rappresent­eranno la storia di Adamo ed Eva: dall’unione nascerà forse un’altra impresa.

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