Due bocciature Fia dietro le difficoltà Ferrari
DAL NOSTRO INVIATO
La doppietta della Mercedes in Inghilterra ha riscritto il duello Mondiale. A Budapest la Ferrari ripartirà da zero — Vettel ha un solo punto di vantaggio su Hamilton — dopo essere stata per metà campionato la macchina da battere. Molte cose sono cambiate in un mese. Al netto del recupero dei tedeschi, più fonti nel paddock ritengono che il Cavallino abbia pagato una stretta della Federazione su alcune soluzioni tecniche borderline, fin lì tollerate. Il gruppo guidato da Mattia Binotto ha interpretato il regolamento con audacia, com’era Podio Kimi Raikkonen 3° a Silverstone (Getty Images) giusto fare in una stagione di novità. Ottenendo anche significative vittorie politiche, come il bando delle sospensioni «intelligenti».
Poi il vento è girato. Prima del Gp d’Austria alla Ferrari vengono chieste modifiche al fondo della SF70H, uno degli elementi più innovativi: una parte, flettendosi, aumenta il carico aerodinamico e consente alle gomme di lavorare al meglio ad alte velocità. L’obbligo di irrobustire quella zona avrebbe annullato parzialmente i vantaggi. Non è un caso se Vettel e Raikkonen domenica hanno sofferto con gli pneumatici su una pista molto più veloce di quella austriaca. La capacità di sfruttare le gomme è stata alla base dei successi Ferrari, se viene a mancare sono guai. Non solo. A Baku era scoppiato l’«Oilgate»: i rossi avevano subìto severi controlli perché sospettati di bruciare lubrificante nella benzina. Si tratta di una procedura, irregolare, che consente di aumentare Un’interpretazione più rigida delle norme su fondo e benzine a svantaggio dei rossi la potenza per pochi minuti in qualifica. C’è chi lo chiama «bottone magico». A puntare il dito contro la Ferrari era stata proprio la Mercedes, che si dice lo usi da sempre. Il caso si è chiuso senza colpevoli, però da quel giorno i distacchi da Hamilton e Bottas al sabato sono cresciuti. Raccontano che il Cavallino abbia rinunciato a quel surplus di energia per evitare sanzioni. Dicerie o no, dal Gp del Canada la Mercedes ha imparato a salvare le gomme e sfornato novità aerodinamiche e di motore in grado di fare la differenza.