Corriere della Sera

Rispetto per tutti (anche per Fabio) e niente timori

- Di Paolo Tomaselli

La parola d’ordine adesso è «rispetto». Il primo a evocarla ieri è stato Romain Bardet, con grande classe. I tifosi domenica erano tutti per lui — più del solito perché si passava dalla sue parti — e ne hanno approfitta­to per alzare i toni contro la maglia gialla Froome, con buu e fischi, anche nel momento del guaio alla ruota. Il rispetto è sacrosanto e raggiunger­e i livelli di due anni fa, quando al britannico tirarono addosso anche un bicchiere di urina, sarebbe un grosso passo indietro. Ma il rispetto non va confuso col timore. E bene ha fatto domenica lo stesso Bardet con la sua squadra a forza l’andatura, dopo l’ennesimo accidente alla bicicletta di Froome. Anche perché sta diventando una costante e bloccarsi ogni volta rischia di diventare stucchevol­e. Contador nel 2010 sui Pirenei attaccò Schleck che aveva problemi col cambio: guadagnò 39’’ che gli servirono a vincere il Tour. Quindi non è vero come dice Froome che la maglia gialla è (sempre) sacra. E da adesso è il caso di guardare avanti. Del resto anche la scenetta di ieri, con Froome che cita i suoi avversari e non ricorda il nome di Aru (proprio non gli veniva, glielo hanno suggerito…), tocca la sfera del rispetto. Non c’è niente da fare: quello bisogna guadagnars­elo, lassù in cima, nei prossimi giorni.

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