Corriere della Sera

«L’ex moglie gli teneva la mano»: lite sul libro che racconta la fine di Mandela

- Di Michele Farina

Una telecamera puntata sul corpo all’obitorio, l’ambulanza che prende fuoco mentre lo portano all’ospedale, i litigi dei familiari (quasi) sul letto di morte, l’infezione ai polmoni che gli faceva sputare sangue, la vecchia moglie Winnie che gli ha tenuto la mano fino all’ultimo respiro mentre la nuova, Graça, sbrigava a casa del lavoro arretrato. Sono questi i particolar­i «sgraditi» di Mandela’s last years, il libro di cui tutti parlano in Sudafrica (senza averlo letto). Appena uscito e subito sparito: gli ultimi giorni del grande Madiba raccontati da Vejay Ramlakan, il medico generale che per dieci anni è stato il suo dottore personale.

La vedova Graça Machel ha vinto la sua battaglia: la casa editrice Penguin Random House, dopo qualche resistenza, ha ritirato il libro dal commercio, «per il rispetto dovuto ai familiari». Graça, terza moglie del leader scomparso a 95 anni nel 2013, aveva minacciato azioni legali accusando l’autore di aver violato il rapporto di fiducia con l’augusto paziente. Il dottor Ramlakan giura che il libro aveva l’ok della famiglia (senza dire esattament­e di chi), Graça giura che non ne sapeva niente. Gli amici storici di Madiba, la Fondazione Mandela e il governo sudafrican­o (da La terza moglie, Graça Machel, ha vinto la sua battaglia: la casa editrice ha tolto il libro dal commercio cui il dottore-scrittore dipende) hanno fatto quadrato intorno alla vedova e alla memoria ufficiale dell’Old Man sepolto a Qunu, nella terra di origine, lontano dai veleni e dalle tensioni del Sudafrica di oggi.

Pubblicato il 18 luglio per il Mandela Day, il giorno del compleanno, il libro è già diventato preda per collezioni­sti. Non si sa quante copie se ne siano vendute. Un lettore ha raccontato di aver ricevuto dall’estero un’offerta per cedere la sua a 700 dollari Usa. Sui giornali sudafrican­i solo qualche commentato­re ha osato dire che la memoria di Madiba appartiene a tutti. Non ha diritto di ergersi in sua difesa la pletora di figlie e nipoti che, mentre mister anti-apartheid scivolava lentamente oltre confine, già litigavano ferocement­e sull’eredità. Graça Machel invece ha tutti i diritti. Madiba ottantenne l’ha 1958 Le nozze di Mandela e Winnie Madikizela corteggiat­a con fiori e bigliettin­i. E meno di un mese prima della morte, racconta Ramlakan, quando era già per la maggior parte del tempo assente (tanto da far sollevare dubbi su un possibile Alzheimer), «Papa Mandela» l’ha sorpresa e resa raggiante con un bacio all’improvviso, scoccato mentre «Mama Graça» gli rimboccava le lenzuola. Il particolar­e per Machel più indigesto, secondo la Bbc, è il racconto degli ultimi istanti di Madiba all’ospedale di Pretoria, con la donna che fu il grande amore della sua vita, la fedifraga Winnie, a tenergli la mano tra i singhiozzi, la testa appoggiata al suo corpo inerte. Graça è arrivata solo dopo. Il medico ha raccontato la storia. E forse possiamo immaginare chi della famiglia gli abbia dato l’assenso per scrivere il libro.

Graça contro Winnie

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