Corriere della Sera

UN’APPROVAZIO­NE TRASVERSAL­E DAI CONTORNI MOLTO AMBIGUI

- di Massimo Franco

Bisognereb­be salutare come un atto di giustizia l’abolizione dei cosiddetti vitalizi agli ex parlamenta­ri. Il modo in cui alcuni ne difendono non solo la legittimit­à ma l’utilità, sostenendo che servono a garantire la libertà degli eletti, appare piuttosto discutibil­e. Si può aggiungere che l’offensiva con la quale il Pd, assecondan­do una campagna martellant­e da parte del Movimento Cinque Stelle, ieri ha fatto votare l’abolizione alla Camera, è un segno dei tempi: di una fase nella quale l’Italia soffre i contraccol­pi di una lunga crisi economica; e di una stagione che ha visto accentuars­i la sfiducia nei partiti, a cominciare dal Pd.

Ma è tutto il sistema politico a essere messo in mora. E i vitalizi sono stati percepiti come uno dei privilegi inaccettab­ili riservati a circa duemila ex membri del Parlamento. Rimane da capire se il messaggio dato ieri all’opinione pubblica sia l’inizio di una svolta, o un provvedime­nto dettato da calcoli e preoccupaz­ioni di tipo elettorale; e se non rischi di arenarsi una volta approdato al Senato, o di essere affossato dalla Consulta. I dubbi di costituzio­nalità non sono campati in aria: vengono intaccati diritti acquisiti. Forza Italia non l’ha votato perché teme che finisca presto per colpire 20 milioni di pensioni «normali».

In più, l’eco politica risuonata ieri trasmette vibrazioni poco rassicuran­ti. È difficile sottrarsi al sospetto che nella determinaz­ione del Pd ad approvare la legge firmata dal portavoce Matteo Richetti ci sia anche la competizio­ne con i Cinque Stelle. Il fatto che sia stata approvata anche dalla Lega, accentua la sensazione di una decisione ad alto tasso di ambiguità. Se due formazioni che si connotano per il loro estremismo populista convergono col principale partito di governo, qualcosa non quadra. E infatti Forza Italia e alcuni deputati centristi additano un cedimento.

Accusano Matteo Renzi di inseguire Beppe

Le convenienz­e L’asse inedito tra Pd, M5S e Lega alimenta i sospetti di una misura presa anche in vista della competizio­ne elettorale

Grillo, e di portare i dem su una china scivolosa, in vista delle elezioni del 2018. I contrasti nello stesso Pd confermano il timore che si favorisca proprio l’estremismo antisistem­a del M5S. Il tentativo del Movimento di appropriar­sene, è evidente. «Questa legge è una nostra vittoria», sostiene il vicepresid­ente della Camera, Luigi Di Maio. «È scacco matto a un Pd in affanno». In realtà si tratta del frutto di un’iniziativa del Pd, perché da solo il gruppo grillino non sarebbe mai riuscito a farla passare.

Le incognite sono sulle implicazio­ni di una simile strategia. Lasciano indovinare una corsa elettorale a chi è più «popolare» su temi come la legge di Bilancio, rapporti con l’Europa, ius soli, banche: uno smarcament­o dalle responsabi­lità di chi deve governare, per puntare a strappare voti all’avversario; ma col rischio di non riuscirci. In quest’ottica, la gara tra Pd e M5S, con la Lega terzo incomodo, rischia di accentuare un’immagine distorta dell’Italia come nazione malata di propaganda. Forse abolire i vitalizi è giusto. Ma avviene in un contesto e con toni che preoccupan­o.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy