«Le nostre navi in Libia contro i trafficanti»
Gentiloni riceve il premier Sarraj e accoglie la richiesta di aiuto tecnico. «Segnale di novità significativo» Merkel chiama Roma: vi sosteniamo. Il Vaticano critica l’Europa: «Misure straordinarie? Troppo poco»
«La Libia ci ha chiesto di inviare navi italiane in acque libiche contro i trafficanti di esseri umani», ha annunciato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni durante la conferenza stampa dopo l’incontro a Roma con il premier libico Fayez al Sarraj. Richiesta giudicata molto importante da Gentiloni per la gestione bilaterale del flusso migratorio verso l’Italia. Importante almeno quanto la conferma arrivata al nostro capo del governo da Angela Merkel di un impegno della Germania a sostenere le iniziative italiane, e almeno quanto la telefonata di Gentiloni al presidente della Ue Jean-Claude Juncker, che ha ribadito la volontà «di concedere risorse aggiuntive per l’emergenza immigrati e l’impegno politico dell’Unione».
Ma dal Vaticano arriva una critica dura. Il «contributo di emergenza» di cento milioni di euro e la squadra di cinquecento tecnici per accelerare i rimpatri degli irregolari, cioè le misure straordinarie annunciate martedì dalla Commissione europea per sostenere l’Italia, sono «ben poco — scrive l’Osservatore Romano — se si considera la portata della tragedia in atto nel Mediterraneo». Molto più urgente sarebbe, per il giornale della Santa Sede, «la riforma del diritto di asilo, senza la quale ogni misura sui ricollocamenti è inutile».
Si sta facendo troppo poco? L’Europa non risponde come dovrebbe alle richieste italiane di collaborazione e sostegno? Gentiloni ieri ha ritenuto importante l’incontro con il premier libico. «La richiesta di Domani l’incontro con le Ong. Minniti: «Subito in vigore il Codice per i salvataggi in mare» aiuto tecnico con navi italiane in acque libiche è un segnale di novità significativo — ha detto il primo ministro —. La Difesa la sta valutando e si deciderà d’intesa con il Parlamento. Ma dico subito che io credo sia necessario rispondere di sì».
Intanto domani ci sarà l’ultimo incontro al Viminale con le Organizzazioni non governative per la firma del Codice di autoregolamentazione dei salvataggi in mare. «Basta discutere — ha detto il ministro dell’Interno Marco Minniti —. Il Codice deve entrare subito in vigore. È essenziale per la sicurezza del nostro Paese, più del 40% dei migranti salvati arrivano in Italia su navi delle Ong che sono tecnicamente navi private». Tra i punti più contestati dalle organizzazioni c’è l’impegno a far salire a bordo agenti di polizia giudiziaria. Ma su questo il ministro è netto: «La polizia giudiziaria a bordo è a tutela di chi agisce nell’attività di salvataggio, perciò non comprendo chi dice che di tutto si può discutere tranne del fatto che non ci può essere a bordo di quelle navi una forza di polizia del Paese che poi accoglie i migranti».
In audizione in Senato ieri Minniti ha parlato anche della richiesta libica di navi italiane. «È chiaro che sarà valutata con molta attenzione — ha detto il ministro — ma non è un fulmine a ciel sereno, è il frutto di valutazioni precedenti e nasce da esigenze strategiche».
Massima attenzione per la richiesta libica di supporto tecnico con nostre navi, ha commentato Nicola Latorre (Pd), presidente della Commissione Difesa del Senato. Se si è arrivati a questo punto è perché «il governo ha fatto un lavoro proficuo in Libia. Il nostro Paese ha una strategia e sta lavorando bene. Tuttavia dobbiamo continuare ad incalzare l’Europa e tutti i singoli Stati europei sul tema dell’accoglienza dei migranti».
Anche da Forza Italia arrivano plausi alla richiesta libica di invio di navi italiane. «Gentiloni ha finalmente dato l’annuncio che attendevamo da tempo — ha detto il presidente dei senatori di Forza Italia Paolo Romani —. Ora, ogni decisione va presa con la massima rapidità».
Il Codice per le Ong