Tra militari corrotti e miniere abbandonate «Qui se sgarri, ti sgozzano in mezz’ora»
nuovi biglietti, ma il grosso circola ancora in banconote da 100 bolivares. È la moneta venezuelana, sprofondata negli ultimi tempi attorno a 8-9 mila sull’euro. Quindi al posto del portafogli serve un zainetto, sennò non compri nemmeno un caffè. Si parte.
Controlli infiniti
«Comincia a contarli», dice Jonathan al primo posto di blocco. «Se alla fine saranno meno di quindici pago l’ultimo pranzo», ridacchia sapendo di non poter perdere. Si alternano: polizia, guardia nazionale, esercito. Alcuni chiedono solo i documenti, altri perquisiscono centinaia di metri. Questa regione è stata presa d’assedio da quando una grande miniera, prima nazionalizzata da Chávez poi abbandonata, è diventata meta di avventurieri. Arrivano da tutto il Sudamerica e devono sottostare a regole precise. Due cartelli mafiosi regolano il business, insieme a militari corrotti. «Non si sgarra, o si finisce sgozzati in mezz’ora — spiega il nostro compagno di viaggio —. La devastazione della foresta è terribile, ma le autorità fanno finta di nulla. D’altronde è il posto dove gira più grana di tutto il Sudamerica». Il prossimo posto di blocco, va da sé, è simbolico: potrei avere oro nascosto ovunque, osservano solo il passaporto.
Soltanto petrolio