Milano accelera sulla riapertura dei Navigli
Riaprire i Navigli che negli anni sono stati coperti da colate di cemento. Per il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, «si può fare e si vuole fare». Così ieri ha presentato il progetto di fattibilità studiato dal comitato scientifico presieduto da Antonello Boatti e ha ribadito che saranno consultati i cittadini, anche se l’ipotesi di un referendum (inizialmente prediletta) sembra allontanarsi per tempi e costi. L’obiettivo finale resta la riapertura «integrale» dei canali milanesi per 7,7 chilometri. Ma si parte con una prima fase «parziale», che si concluderà nel 2022 e porterà all’apertura di cinque tratti per due chilometri, grazie al posizionamento di un tubo
Gli obiettivi
sottoterra, con un diametro di due metri, che porterà l’acqua. Si sfrutteranno i lavori in corso per la nuova metropolitana M4 per limitare l’impatto dei cantieri. «I costi per la prima fase sono di 150 milioni e li reperiremo nei nostri bilanci — ha spiegato Sala — L’operazione completa costerebbe 500 milioni, ma si deciderà più avanti. Prima la città dovrà digerire il primo passaggio in termini di Si punta alla riapertura dei canali milanesi per 7,7 chilometri. Una prima fase si concluderà nel 2022 viabilità e opere».
L’avvio dei lavori è previsto per la prossima estate. Il primo tratto da riaprire è quello della Martesana in via Melchiorre Gioia, lungo 850 metri, rispetto agli altri avrebbe un impatto minore sul traffico perché rimarrebbero due corsie di viabilità sacrificando solo i parcheggi. Il secondo è «quello più facile», ha detto il sindaco, perché è già scavato, si tratta di Conca dell’Incoronata-San Marco. Mentre la tratta Sforza-Policlinico è la più composita e l’idea è di appoggiarsi ai lavori della M4, come nel tratto di piazza Vetra. La prima fase si completerà con la riapertura della Conca di Viarenna.