«Ho detto no ai brogli: voglio dare l’esempio ai miei figli»
La ricercatrice di Pisa che ha denunciato presunte irregolarità in un concorso. Tre prof indagati
L’ultimo arresto di Giovanna risale al 27 marzo scorso, per furto aggravato e utilizzo di carte di credito false, ma dopo poco le fu concessa la detenzione domiciliare presso l’abitazione di uno dei figli a Pietrasanta. In quel momento, la storia con il suo primo amore intrecciato in un campo rom del Lazio era già ricominciata. E probabilmente anche la pianificazione della nuova fuga di Mastini, che lei ha deciso di assecondare nonostante le contrarietà dei figli. Gli investigatori della polizia hanno trovato una corrispondenza di famiglia in cui i familiari mettevano in guardia la donna dal legame con un uomo del quale non avevano stima né fiducia. Ma lei rispondeva di essere innamorata, libera da legami e finalmente in grado di poter pensare
Una denuncia in Procura contro tre chiarissimi professori e voilà, Giulia Romano, 39 anni, due figli, un marito anch’esso accademico, diventa la ricercatrice più chiacchierata d’Italia. Perché il suo atto di ribellione contro quello che lei ritiene un concorso taroccato e quella registrazione (fatta dal marito) nel quale il presidente della commissione sembra fare ammissioni sul «bando su misura» per un predestinato rischiano di smascherare (sempre che esista) un sistema opaco. La Procura di Pisa ha aperto un’inchiesta e ieri si è avuta la conferma di tre docenti universitari indagati. Lei, Giulia, adesso combatte con chi «la guarda come una marziana» e le ha tolto il saluto. Ripresenterebbe quella denuncia? «Sì, e lo sa chi mi ha dato la forza? I miei figli — risponde —. A loro voglio raccontare storie di dignità professionale, di lavoro, di studio. Non vicende di raccomandazioni, conoscenze, spintarelle, aiuti più o agenti della Squadra mobile di Lucca, coordinati dal Servizio centrale operativo, vanno a cercare Giovanna nella casa dove dovrebbe scontare i domiciliari, si accorgono che non c’è. Il figlio rivela che s’è allontanata in compagnia di uomo con cui aveva avuto una relazione in gioventù. È la Economia Giulia Romano è ricercatrice a Pisa conferma che è fuggita con Johnny. I telefoni della coppia dal 30 giugno sono muti. In casa però salta fuori la ricevuta di ricarica di una carta Postepay intestata a Giovanna Truzzi.
Partono i controlli e si scopre che dopo un’iniziale accredito di 800 euro ci sono meno leciti, furberie».
Giulia Romano, livornese, è una prima della classe per genetica. La più brava alle elementari, alle medie, alle superiore; strepitosa all’università e al dottorato di ricerca. Ma di gavetta ne ha fatta tanta. «Mi sono laureata con lode in economia lavorando come ragioniera in banca dove avevo vinto un concorso assolutamente regolare — racconta —. Poi, dopo la laurea, ho vinto un altro concorso alla Consob. Posto di lavoro prestigioso, stipendio da favola (tre volte quello di ricercatrice) ma ero innamorata della scuola». Così arriva il dottorato di ricerca e poi un posto come ricercatrice al dipartimento di Economia e management all’università di Pisa.
«Quando ho ascoltato la registrazione del presidente della commissione che spiegava a mio marito perché, nonostante me lo meritassi, non avevo vinto il concorso per professore ordinario, ho avuto un sussulto — racconta —. Non volevo crederci. Mi sono messa a piangere. Ma lo sconforto è durato poco. Sono una combattente. Ho fatto denuncia e ho raccontato tutto anche al lavoro».
E che cosa è successo all’università? «In tanti mi hanno guardata come una marziana — risponde la ricercatrice —, caduta dal cielo. Tutti sapevano eppure alcuni hanno fatto finto di scandalizzarsi».
E dai vertici dell’ateneo? «Neppure una parola. Silenzio. A me sarebbe bastato un “faremo chiarezza”, “stai tranquilla che fugheremo ogni dubbio” e invece nulla. È stata aperta un’indagine della commissione etica ma è stata bloccata «Un collega che non conosco mi ha scritto di tenere duro. Tutti dobbiamo impegnarci» e la commissione disciplinare non è stata interessata al caso».
Giulia Romano dice di sentirsi isolata. «Ma non mi importa molto — continua — perché nella vita ci sono cose che bisogna affrontare a viso aperto. Ho letto commenti sui social allucinanti. Del tipo “ma che denuncia quella, lo sanno tutti che i concorsi sono fatti a misura per il vincitore”. Ma come, c’è un’inchiesta nella quale si ipotizzano gravi irregolarità in un concorso e c’è chi dice che è la normalità? Rabbrividisco».
Qualche raggio di luce? «Certo, ce ne sono stati. Come il messaggio di un collega che non conosco che mi ha scritto di tenere duro, di continuare, di interrompere un sistema opaco che pare avvolgere i concorsi pubblici. Lo ringrazio, tutti noi dobbiamo fare qualcosa».
Solidarietà