IL REPORTER DA OSCAR «NON È VERO CHE NON RIDO»
alle dimissione dell’arcivescovo di Boston, alla denuncia di 159 preti, e a risarcimenti milionari alle vittime, rompendo definitivamente il velo di protezione sul clero, Baron è stato definito più volte un eroe. A distanza di quindici anni, detesta ancora la parola. «Abbiamo fatto bene il nostro lavoro, che consiste nel rendere le istituzioni responsabili e i cittadini informati. Confesso che la mia ambizione, quando stava per uscire il film al cinema, è che potesse restituire un’aurea positiva al nostro mestiere, mandando un messaggio generale al pubblico; ovvero che il giornalismo è prezioso e va difeso».
Adesso che è costretto a difendere il mestiere ogni giorno dagli attacchi del presidente Trump, riflette sulle differenze con il passato. Sarebbe possibile oggi un caso Spotlight? «Di sicuro avremmo molte più pressioni: l’ambiente dei media è così competitivo e veloce che penso sarebbe impossibile lavorare di nascosto a un’inchiesta per molto tempo». Secondo il direttore, la qualità del giornalismo investigativo non è per niente minata dal social web, anzi: «Sono entusiasta di come è