La battaglia dei cantieri navali Padoan: il controllo o lasciamo
Il governo: a Fincantieri la maggioranza. Parigi: pronti a nazionalizzare Stx
e al controllo della società francese». Una dichiarazione che fa il paio con quella del ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda: «Dalla nostra posizione non ci muoviamo per ragioni di merito, ma anche di dignità e orgoglio nazionale», ha detto. Il governo italiano ritiene che l’eventuale nazionalizzazione dei cantieri rappresenterebbe un autogol senza precedenti per Parigi. Sconfesserebbe due mesi di campagna elettorale (liberale ed europeista) di Emmanuel Macron. Avrebbe un costo economico per la stessa Francia (tanto che l’ipotesi non sarebbe gradita neanche ai sindacati francesi), che sarebbe alle prese con un’azienda di 2.500 dipendenti (al netto dell’indotto). Provocherebbe qualche malessere anche in Commissione Ue, anche se Macron avrebbe pronta la giustificazione dell’interesse nazionale perché Saint Nazaire è il fiore all’occhiello della cantieristica navale militare francese (da lì sono appena usciti i portaelicotteri d’assalto anfibio Mistral venduti agli egiziani).
Per questo a Parigi hanno provato a giocare la carta della collaborazione mettendo sul tavolo l’ingresso del colosso francese controllato dallo Stato, Naval Group, che già lavora frequentemente con Fincantieri su alcuni programmi militari. Da Roma non ci sarebbero stati grossi rilievi, a patto che il controllo fosse rimasto in mane italiane, pur mostrandosi disponibili a studiare meccanismi compensativi di governance. Macron ha invece deciso di giocare il tutto per tutto mettendo a rischio i rapporti bilaterali. Penalizzando il titolo Fincantieri in Borsa, che ieri ha perso l’8,67%. Un danno per gli azionisti, quindi per la scatola Fintecna controllata da Cassa depositi.